Slow Wine, il vino italiano raccontato agli americani
“A un americano consiglierei di provare un Lambrusco. Anni fa, negli USA credevano che il Lambrusco era qualcosa di simile alla Coca-Cola addizionato con il succo di mirtillo. Adesso, invece, tanti produttori lo stanno scoprendo ”.
Fabio Giavedoni è il curatore, insieme a Giancarlo Gariglio, della guida Slow Wine, la guida dei vini di Slow Food che sta portando in giro negli Stati Uniti. Dopo le tappe di Los Angeles e San Francisco, Giavedoni è arrivato a New York per presentare la nuova edizione della guida nella prima giornata di Vino 2016 - Italian Wine Week, la più importante manifestazione di promozione del vino italiano negli Stati Uniti promossa dall’agenzia ICE.
La manifestazione si è aperta il 3 febbraio all'Highline Ballroom con il Grand Tasting presentato da Slow Wine a cui hanno partecipato 80 aziende provenienti da tutta Italia. Durante la giornata, e qui che Giavedoni ha spiegato cos’è la guida Slow Wine dando anche qualche consiglio agli americani.
Slow Wine racconta l’enologia italiana attraverso 23mila vini degustati e 336 cantine elencate soffermandosi sulle storie di vita e delle vigne. “La nostra guida è senza punteggi perché il nostro obiettivo è raccontare chi produce il vino”, ha spiegato Giavedoni. “
All’inizio pensavamo che il mercato americano, abituato a seguire classifiche, non avrebbe apprezzato la nostra guida e invece siamo rimasti stupiti”.
Accanto alla guida, Giavedoni ha presentato anche la App di Slow Wine e spiegato come la guida e i vini italiani abbiano un diverso impatto nelle varie zone degli Stati Uniti.
“New York è charamente più esigente e quindi il mercato è più difficile anche se per l’Italia è un momento felice e di crescita”, ha detto.
“Il mercato di New York, però, non è molto diverso da quello di altre città americane, anche perchè negli Stati Uniti credo ci sia posto per tutti. Al limite, l’unica difficoltà”, ha osservato Giavedoni, “è la burocrazia”.
Come sono cambiati i gusti degli americani? “C’è una credenza in Italia da sfatare”, ha proseguito il curatore della guida Slow Wine.
“Si pensa che agli americani piacciano i vini corposi stile Napa Valley. Non è vero, invece, perché c’è una nuova generazione che è cresciuta con questi tipi di vini ma che adesso ha superato questa fase per passare a vini più bevibili e leggeri. Credo, poi, - conclude con un nota di costume - che Uber abbia aiutato molto il vino perché con Uber puoi bere di più”.
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