Premio Strega: "Spatriati" di Desiati vince l'edizione 2022

Monica Straniero (July 08, 2022)
È Mario Desiati a vincere la 76esima edizione del Premio Strega con un racconto su una generazione di quarantenni fluidi

ario Desiati, con il romanzo Spatriati (Einaudi), è il vincitore della LXXVI edizione. Il premio è stato consegnato da Giuseppe D'Avino, presidente di Strega Alberti Benevento, azienda che fin dalla prima edizione sostiene l'organizzazione del riconoscimento letterario.
Il romanzo, ambientato a Martina Franca e dedicato all'amicizia tra un ragazzo e una ragazza che si inseguono, si lasciano e si ritrovano, ha vinto con 166 voti e uno stacco dal secondo classificato Claudio Piersanti (Quel maledetto Vronskij, Rizzoli) di ben 76 preferenze. Sul palco non ha voluto stappare la bottiglia-trofeo di Strega: "Preferisco farlo in Puglia, per bere in onore degli scrittori della nostra terra".  E il pensiero va al grande Alessandro Leogrande, scrittore molto impegnato nel sociale e per il Sud, stroncato da un malore improvviso nel 2017.

Sulla sua terra di origine, il vincitore l'ha definita una terra di frontiera. "Sono cresciuto con gli scrittori pugliesi del Novecento, una di queste era Mariateresa Di Lascia che vinse qui nel 1995 ma non ha potuto ritirare questo premio perché morì alcuni mesi prima. Lo dedico a lei e ai lavoratori dell'editoria italiana. Non basta la passione, ci vuole un contratto vero"

Il vincitore vive a Roma da anni e ha già scritto moltissimi libri (undici di narrativa, due di poesie), vinto diversi premi (segnaliamo Volponi e Mondello) e che era già finito in finale al Premio Strega, nel 2011 con “Ternitti”. , Desiati aveva detto: «La Puglia è una terra di frontiera.

Spatriati è un romanzo di formazione, la storia di un’amicizia, un viaggio a tappe verso il Nord (prima Milano, poi Berlino), il ritratto di una generazione di espatriati che mescola l’emigrazione con la ricerca identitaria e con la scoperta di orientamenti sessuali alternativi, ma anche i

Il titolo mutuato dal dialettale “spatrièt”, a Martina Franca non indica soltanto gli emigrati ma  anche disorientati, inadeguati, sbagliati, mancati. Una perfetta descrizione di Claudia e Francesco, di chi non trova una sua collocazione, di chi ha perso l’orientamento, di chi è percepito come spaesato, inadeguato, sbagliato, mancato. La vicenda si muove su due piani paralleli tra la nostalgia e le difficoltà di lasciarsi alle spalle la provincia da cui si è partiti e che non si abbandona mai del tutto e la ricerca di un altrove dove erigere la propria identità.

I due protagonisti, l’uno con la sua ostinazione a restare, l’altra con la sua necessità di partire e ripartire, rappresentano due  diversi modi di affrontare la distanza esistenziale dai luoghi d’origine e dai loro molteplici riferimenti.

Spatriati e' stato preferito  per la vittoria a Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) con  cui Claudio Piersanti ha ottenuto 90voti; Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori) con 83 voti; Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi) con 62 voti; Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri) con 61 voti; Fabio Bacà, Nova (Adelphi) con 51 voti; Veronica Galletta, Nina sull'argine (minimum fax) con 24 voti.
 

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