Suzanne Vega, da New York a Roma a ritmo di folk

Monica Straniero (July 20, 2022)
L’artista pop che negli anni ’80 inaugurò una nuova stagione del cantautorato folk al femminile, si è esibita alla Casa del jazz di Roma per la sua unica data italiana

C'è un tocco da direttore di circo nell'outfit tutto nero di Suzanne Vega con  quel cappello a cilindro che è ormai diventato il suo marchio di fabbrica. Sul palco della Casa del Jazz di Roma, una delle voci più importanti della musica folk anni ’80, e' accompagnata da Gerry Leonard. alla chitarra elettrica con un meraviglioso ciuffo rosso e un sorriso disarmante da gentleman. Non molte cantanti possono vantare un paragone con il mito di Joni Mitchell. Da 30 anni sulla scena musicale internaizonale, Vega è ancora capace di incantare ed emozionare generazioni diverse. Elegante e raffinata, ha raccontato al pubblico della rassegna Summertime, storie e sentimenti, fatto rivivere luoghi e personaggi,  incarnato i drammi degli ultimi, sempre con grande sensibilità e coraggio.Introversa e malinconica, Vega seduce l'ascoltatore sussurrando, senza mai urlare, quasi in punta di piedi, con quella forte personalità che ormai  la contraddistingue da qualunque altra cantante.

Vega ha percorso il suo ultimo album "An Evening of New York Songs and Stories", un intimo apprezzamento della città di New York e di alcuni dei suoi molteplici ruoli e identità. Non potevano mancare  brani simbolo di un’epoca: "Marlene On The Wall" , che segna il ritorno ad un luogo magico, appassionato, avvolto dai ricordi e dalla malinconia. Alcune canzoni sono illuminate dai suoi commenti, come la struggente "Gypsy", ispirata ai tempi in cui la cantautrice lavorava  come "consulente di canto popolare e in discoteca" in un campo negli Adirondacks, a Nord di New York.

Luka, forse il suo brano più conosciuto, denuncia la violenza e gli abusi subiti dai bambini. Una canzone che si rivela  una coltellata al cuore, con protagonista la stessa cantante che, negli anni, non ha mai smesso di pensare ai più deboli e a combattere per ii diritti umani sostenendo Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie.

"Ero bambina quando canticchiavo la celebre canzone a cappella “Tom’s diner” col suo iniziale “Doo, doo, doo, doo, doo, doodoo, doo” che allora veniva trasmessa spesso anche in radio. Il brano, pezzo-cult non ambientato a Brooklyn, come molti credono, ma sulla 112esima e Broadway, strappa sempre gli applausi più commossi. An Evening of New York Songs and Stories èuna dichiarazione d’amore verso New York, in cui Suzanne è cresciuta. La stessa città da sempre celebrata e cantata dal suo amico Lou Reed. La cover di "Walk on the Wild Side" viene cosí introdotta da un racconto personale in cui Vega rivela al pubblico la prima volta che ha visto Reed  esibirsi, alla Columbia University, e di come l'incontro abbia influenzato la sua carriera fin dagli esordi.

Alla Casa del Jazz va in scena uno spettacolo che ci catapulta indietro nel tempo, ci fa rivivere ricordi e sogni di un’epoca; ascoltando Vega ci troviamo totalmente immersi nelle atmosfere magiche e fumose dei club di New York riuscendo a respirare un clima multiculturale.

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