Oggi si parla del Mefistofele di Boito

Roberta Michelino (October 29, 2013)
La Casa Italiana Zerilli Marimò (NYU) ha presentato la lettura dell’opera di Orrigo Boito, Mefistofele. Lettore d’eccezione è stato Matthew Aucoin, il più giovane assistant conductor nella storia del Metropolitan Opera di New York. Alla conferenza è intervenuto anche il Maestro James Bagwell discutendo col “giovane genio” di questa opera monumentale musicale

Ha solo 23 anni Matthew Aucoin ma già vanta una brillante carriera: è il più giovane assistant conductor nella storia del Metropolitan Opera di New York, è poeta, compositore, direttore d’orchestra e pianista. Nel 2012 ha conseguito la laurea ad Harvard University con il massimo dei voti e gli è stato dato di ricente assegnato l’incarico coordinare il programma delle opere del Metropolitan Opera e del Lincoln Center Theater. La Fondazione Monini e il direttore artistico del Festival Giorgio Ferrara hanno deciso di premiare la sua genialità  conferendorgli  il Premio Speciale Una finestra sui Due Mondi.
 

Stefano Albertini, Direttore della Casa Italiana di NYU, ha accolto  il giovane compositore a discutere della tematica e della complessità dell’opera. Il pubblico lo ascoltava assorto e concentrato. Tra eloquenti spiegazioni e musica è riuscito ad accattivare la platea con una delle composizioni più ricche e complesse di Boito.

Durante l’evento è intervenuto anche il Maestro James Bagwell per approfondire la rilevanza di alcuni concetti rigaurdanti questa monumentale opera lirica. Il coro sinfonico Collegiate Chorale presenterà il Mefistofele il 6 Novembre al Carnegie Hall.

Matthew ha illustrato l’opera spiegando che Boito nel 1868 inscenò alla Scala l’imponente dramma musicale Mefistofele, all’interno del quale c’era anche il famoso  Faust di Goethe. Al suo debutto l'opera fu considerata un clamoroso fiasco, perchè tacciata di essere un plagio dei lavori di Wagner. Dopo appena due rappresentazioni, a causa d’imbarazzanti disordini verificatisi in teatro, si decise di interrompere le messe in scena. Soltanto quando Boito ridusse magistralmente tutta la partitura l’opera divenne un successo. Il pubblico nel 1875 a Bologna l’accolse con grande clamore.

Il giovane musicista ha estrapolato uno stralcio del prologo del Mefistofele : Son lo Spirito che nega sempre, tutto; l'astro, il fior. Il mio ghigno e la mia bega turban gli ozi al Crëator. Voglio il Nulla e del Creato la ruina universal. Parte son d'una latèbra del gran Tutto: oscurità .Son figliuol della Tenèbra che Tenèbra tornerà. Rido e avvento - questa sillaba:"No".

Da questa lettura si può evincere che il nichilismo di Mefistofele è la vera essenza del male, un male inteso come negazione dalla quale viene a sua volta generato il bene. In tutta l’opera di Boito è presente questo dualismo, ossia il constante alternarsi dell’incontro-scontro tra il bene ed il male, tra l’oggetto e il soggetto, presente nella narrativa Goethiana e che sottointende e sostiene l’opera filosofica di Hegel, suo amico e “maestro”. Da tale lotta però a prevalere sarà il bene. L’autore è riuscito ad armonizzare queste due sfere equipollenti attraverso una critica ed al tempo stesso un elogio alla negatività. Il suo nichilismo si trasforma in un valore positivo mediante un lungo processo dialettico.

L’evento si è concluso sulla melodia del giovane compositore che ha suonato al pianoforte uno stralcio del Mefistofele. Il pubblico ha ascoltato in estasi fino all’ultima nota il rigore e il genio di un artista allo stesso tempo creativo ed eclettico .

  

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