Filippo Mazzei. Tutti gli uomini sono creati uguali
La famosa frase, forse la piú famosa della Dichiarazione d’Indipendenza americana, “Tutti gli uomini sono creati uguali”, ha risuonato sulla Croisette di Cannes durante il recente Mip, la principale fiera per la Tv internazionale.
A lanciarla é stato il prof. Francesco Fulcini che, assieme al produttore Roberto Bessi, sta producendo un film su Filippo Mazzei, che il presidente Ronald Reagan definí “un patriota e collaboratore di Thomas Jefferson”.
Nonostante i vari riconoscimenti, incluso un francobollo nel 1980, Filippo Mazzei é un personaggio poco conosciuto sia in Italia che negli Usa, cosa che il prof. Francesco Fulcini vorrebbe cambiare. Questo progetto ha, nel frattempo, cambiato la vita del professore, la cui “missione” é ora di rendere a Mazzini tutta la dovuta riconoscenza.
Fulcini, noto a New York per aver sponsorizzato TeatroMania, insegna storia economica e sociale all’Universitá di Verona, mentre Bessi ha prodotto, sia in Italia che negli Usa, 10 film.
É stato storicamente dimostrato che a far inserire la famosa frase nella Dichiarazione d’Indipendenza redatta dal suo amico Jefferson, fu proprio Mazzei che, dopo varie avventure, nel 1773 approdó in Virginia.
Nato vicino a Firenze nel 1730, Mazzei fece di tutto: il chirurgo in Toscana, il commerciante a Smirne, in Turchia e a Londra, l’agricoltore, anzi “ortolano” (come gli piaceva presentarsi), il politico, il soldato e l’ambasciatore. A Londra conobbe Benjamin Franklin dal quale acquistó due stufe per conto di Pietro Leopoldo, sovrano di Toscana. Tramite Franklin, Mazzei conobbe Thomas Adams, amico di Jefferson. Nel 1776 sia Franklin che Jefferson furono tra i 56 firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza. Adams divenne Senatore nel nuovo Congresso e Jefferson terzo presidente degli Usa.
In America Mazzei arrivó (accolto anche dal futuro primo presidente, George Washington) con un gruppo di italiani provenienti dalla cittá di Lucca, per coltivare piante di olivo, vigneti e per allevare il baco da seta. Ma non solo: nel 1774 cominció a scrivere per la “Virginia Gazette” con lo pseudonimo, “Il Furioso”, intento a promuovere l’indipendenza dei coloni americani (a Mazzei non piaceva l’aristocrazia, né il sistema politico inglese).
Sia Jefferson che Mazzei si arruolarono come volontari, assieme ad altri italiani, nello stesso plotone per combattere contro i colonialisti inglesi. Ma piú che le armi, ad infiammare gli animi furono i suoi scritti a favore della libertá religiosa (ma anche la separazione tra Chiesa e Stato), dell’abolizione dei diritti di primogenitura e della schiavitú.
Durante il Mip di Cannes, il prof. Fulcini non si limita a descriverci soltanto la cronistoria di Mazzei, ma ci presenta anche le parti piú drammatiche della sua vita, come la cattura e prigionia inglese a New York, la scarcerazione grazie ai suoi amici in Europa e l’opposizione che, in seguito, ricevette dall’amico Franklin che, nel frattempo, era diventato avversario politico di Jefferson di cui Mazzei era amico e collaboratore.
Naturalmente, come in ogni film, vi é una parte romantica, visto che Mazzei arrivó in Virginia con la sua amante francese, Marie, vedova del suo socio londinese. Subito i puritani coloni lo costrinsero a sposarsi ma divenne presto vedovo. La seconda moglie di Mazzei si chiamava Antonia Antoni; la sposò quando aveva 66 anni e da lei ebbe la figlia Elisabetta.
La trama finisce con il ritorno di Mazzei in Italia nel 1785, documentato in una lettera scritta al futuro presidente Usa, James Madison, in cui definí l’America la “sua Patria adottiva”. Nel 1791 Mazzei divenne ambasciatore per il re di Polonia, ma morí dimenticato a Pisa nel 1816.
Dovettero passare oltre 145 anni prima che un altro presidente, John Kennedy, cominciasse a rendergli omaggio. Oggi, a celebrare Mazzei é il Centro di Morristown, N.J., fondato da suor Margherita Marchione a cui il film di Fulcini é dedicato.
Come finisca il film, comunque, é tutto da vedere, visto che la sceneggiatura su soggetto dello stesso Fulcini, ora in allestimento presso autori di Hollywood, é solamente alla sua prima stesura.
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