Sanremo all'indomani del NUN M’AREGGE DE GUARDARLO

Doriana Vari (February 20, 2012)
  • Gianni Morandi, Rocco Papaleo, Elsabetta Canalis e Belen Rodriguez
Sebbene il Festival sia una delle più importanti manifestazioni televisive del Paese, negli ultimi anni sembra aver perso consensi soprattutto tra i più giovani: i blogger della rete non sembrano apprezzare lo show, si leggono infatti, tra i post, commenti inequivocabili come “NUN M’AREGGE DE GUARDARLO!!!!!!”, mentre i più volenterosi, quelli che si sono sentiti quasi in dovere di sintonizzarsi su Rai1 in previsione della pioggia di polemiche e di notizie relative allo spettacolo scrivono “quest'anno ho deciso di farmi del male e vederlo anche io”

Anche quest’anno, puntualmente, il palcoscenico del teatro Ariston di Sanremo ha ospitato il prestigioso Festival della Canzone Italiana. A gareggiare ventidue canzoni, quattordici delle quali eseguite dai cantanti “big”, le restanti otto interpretate dai “giovani” scelti in rete o nella zona di Sanremo. Sebbene il Festival sia una delle più importanti manifestazioni televisive del Paese, negli ultimi anni sembra aver perso consensi soprattutto tra i più giovani: i blogger della rete non sembrano apprezzare lo show, si leggono infatti, tra i post, commenti inequivocabili come “NUN M’AREGGE DE GUARDARLO!!!!!!”, mentre i più volenterosi, quelli che si sono sentiti quasi in dovere di sintonizzarsi su Rai1 in previsione della pioggia di polemiche e di notizie relative allo spettacolo scrivono “quest'anno ho deciso di farmi del male e vederlo anche io”. E in effetti il Festival appare a molti obsoleto nella monotonia del suo susseguirsi dei brani musicali che non hanno la forza del coinvolgimento proprio in quanto inediti. Le cinque serate hanno comunque riscosso un grande successo d’ascolti con uno share che ha sfiorato il 51% nella puntata conclusiva.

Ma, com’è noto, il Festival, non è solo una gara musicale, esso può considerarsi a tutti gli effettiun varietà, puntellato com’è di ospiti che non necessariamente hanno a che fare con la musica: il duo de I Soliti Idioti, Federica Pellegrini, Sabrina Ferilli, Luca e Paolo, Geppi Gucciari, Alessandro Siani e il commentatissimo Adriano nazionale, sono solo alcuni dei personaggi che hanno calcato il più ambìto palcoscenico italiano regalando al pubblico, con gag, monologhi, sketch (più o meno apprezzati) minuti di relax e di riflessione tra una canzone e l’altra.

A fare da padroni di casa sono stati un disteso e disinvolto Gianni Morandi e un brillante e simpaticissimo Rocco Papaleo; al loro fianco la bellissima Ivana Mrazova, modella ceca diciannovenne che dalla critica è però stata definita “un’inutile presenza sorridente e muta”. Ma quella sollevata a proposito della giovanissima valletta, non è l’unica critica mossa al Festival giunto ormai alla sua sessantaduesima edizione: come di consuetudine, anche quest’anno, le polemiche fioccavano giàprima dell’inizio dello show: a riempire le testate giornalistiche e egli spazi dei programmi televisivi è stato inizialmente l’ampio cachet concesso a Celentano, successivamente la difficile scelta della presenza femminile che avrebbe affiancato i conduttori. A Festival già inoltrato, poi, a fare notizia è stato soprattutto l’attesissimo monologo del Molleggiato, nonché l’ormai popolare “farfallina di Belen”, il tatuaggio che la subrette ha, casualmente o furbamente, lasciato scoprire agli italiani.
 

Ma al di là delle polemiche e delle critiche, delle accuse e delle lodi, delle etichette affibbiate arbitrariamente o meno ad ospiti e cantanti, il Festival di Sanremo deve essere considerato soprattutto in quanto omaggio alla musica. E perché proprio la musica venga celebrata nella maniera più universale possibile, Gianni Morandi e il suo cast hanno pensato bene di ospitare sul palcoscenico dell’Ariston, lungo tutta la terza serata, una serie artisti di fama mondiale e dal talento indiscusso: Bryan May, Patty Smith, Gary Go e molti altri maghi della musica hanno deliziato e coinvolto il pubblico italiano duettando con i concorrenti del Festival.
 

All’indomani della fine dello spettacolo, però, si tende ad accantonare tutti gli episodi che hanno fatto scalpore per concentrarsi soprattutto sui testi dei brani che hanno partecipato alla gara. Emerge immediatamente che il tema preferito dai cantautori e dagli autori è quello amoroso: ancora una volta a Sanremo viene cantato l’amore in tutti i suoi aspetti: l’amore nascente, l’amore perduto, l’amore ritrovato, l’amore condiviso, l’amore disperato. Non sono tuttavia mancati testi che si allontanano dai sentimentalismi per dare  spazio a temi sociali e introspettivi; tre, in particolare, sono i brani che vengono lodati dai gruppi e dai blog più impegnati sul web: il primo è “E tu lo chiami Dio” scritto da Roberta Di Lorenzo ed interpretato da Eugenio Finardi che, raccolti i lunghi che in gioventù coprivano il volto, canta una religiosità senza dogmi: “tu lo chiami Dio/io non do mai nomi/ a cose più grandi di me” dice Finardi seguendo una melodia classica e dolce. Ad essere molto apprezzata è anche la canzone proposta da Samuele Bersani “Un pallone”: sulle note di una melodia affatto banale e per niente mielosa, anzi giocosa, attraverso la metafora di un pallone viene descritta l’Italia di oggi che, all’interno di “un contesto vigliacco”, è descritta come un Paese “bloccato” e “malato”; il brano di Bersani è stato molto apprezzato anche dalla critica, tanto da aggiudicarsi il premio Mia Martini. La lode che il web concedeva poi al brano di Emma Morone, “Non è l’inferno”, è stata talmente tanto condivisa, che la giovane cantante è risultata vincitrice della manifestazione canora: con grinta e passione, Emma offre, più che una storia, una serie di immagini che descrivono un’Italia i cui giovani non hanno più fiducia nelle istituzioni e temono il  futuro, e i cui anziani, anch’essi, nonostante i sacrifici affrontati e superati durante e dopo due grandi guerre, versano in disagi economici, eppure non perdono il vigore, anzi stimolano alla speranza spiegando che quello di oggi, appunto, “non è l’inferno” della guerra. La vincitrice di Sanremo che si dichiara coinvolta nel testo che Silvestre, Sala e Palmosi hanno composto per lei, propone ai ragazzi italiani, a quelli che sperano e che sognano, la sicurezza di un cambiamento.
 

Non resta allora che dire ARRIVEDERCI AL PROSSIMO SANREMO, che, speriamo porti con sé meno strascichi musicali e più buona musica

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