L'ottimismo di Napolitano ad NYU

Luca Delbello (March 30, 2011)
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano riceve la Medaglia Presidenziale della New York University. Politica italiana, Libia ed Unione Europea alcuni degli argomenti affrontati

"Il vero problema dell'Italia è l'attitudine della politica a dividersi". Con queste parole Giorgio Napolitano inizia la sua speciale intervista pubblica alla facoltà di legge della New York University.

L’annuale incontro all'Emile Noël Lecture all'Università è solitamente tenuto da una grande personalità del mondo politico e culturale. Il 2011 non è stato un’eccezione e la poltrona è stata riservata ad una personalita' che ha vissuto da protagonista la storia politica italiana dal dopoguerra fino ad oggi.

Interlocutore privilegiato è il professor Joseph H.H. Weiler, con il quale il Presidente discute di politica, cultura e vita personale davanti ad una gremita platea di emozionati spettatori.

“Questo è il leggendario Giorgio Napolitano”, così il Presidente viene accolto di fronte al pubblico della New York University. “Lei rappresenta il meglio dell’Italia”, si complimenta il professor Weiler prima di iniziare la discussione. “Non è un momento facile per l'Italia e per il lavoro di un Presidente della Repubblica” ammette cautamente.

Napolitano afferma chiaramente di essere preoccupato della situazione politica italiana ed europea ma che è necessario comprendere che l’Europa esiste nella sua forma attuale da soli sessant’anni. Il percorso di completamento si mostra ancora lungo e complesso.

“Il più grande problema della politica italiana è l'iper-partigianeria che produce una guerriglia quotidiana rendendo impossibile il dialogo e il confronto, determinando una delegittimazione reciproca dei competitori politici. L’Italia vive una situazione in cui nessuno ascolta l'altro e si amplia il rischio di gravi divisioni e di forte indebolimento del Paese".

Viene affrontato anche il delicato argomento riguardante il ruolo del Presidente della Repubblica in un sistema parlamentare come quello italiano. Il professore gli ricorda di alcune importanti decisioni prese durante il suo mandato, come quella sul caso Englaro (legato al problema dell'eutanasia), e di altre che ha dovuto, suo malgrado, accettare, come la nomina di alcuni ministri. “Posso dare qualche consiglio ed esprimere il mio parere, ma se il Primo Ministro insiste non posso far altro che ripetergli che la responsabilità delle scelte dei suoi ministri è sua".

La conversazione assume toni ancora più seri quando il Presidente della Repubblica critica la scelta neutrale della Germania, affermando di non comprendere le decisioni attuali di Angela Merkel riguardo al mancato intervento militare in Libia.

"Scelte come queste non dovrebbero essere influenzate da elezioni nazionali, i leader politici non dovrebbero inseguire i sondaggi, ma guidare i cittadini”.

“Certamente il fatto che i principali paesi membri dell'UE si siano divisi sull'intervento militare in Libia è un fatto molto negativo" afferma Napolitano, e prosegue commentando gli sbarchi a Lampedusa.  

“Lampedusa non è solo la frontiera italiana, ma è quella di tutta Europa e il problema è e rimane europeo”.

Napolitano rivela anche un insolito aspetto, quello privato. Il Presidente parla della sua passione per l’arte, in particolare per la musica di Mozart e Beethoven e le opere teatrali di Ibsen e Cechov e compie un salto indietro nel tempo narrando all'attento pubblico della New York University i drammatici eventi vissuti in prima persona durante la seconda guerra mondiale.

L’evento si conclude con la premiazione di Napolitano che, emozionato riceve, in presenza della Baronessa Zerilli Marimò,  la Medaglia Presidenziale della New York University. L’ultima battuta sulla domanda finale di Weiler fa sorridere e sperare: “Lei è ottimista?”, “Il pessimismo è un lusso che non posso permettermi”.

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