Schiaparelli and Prada: "Impossible Conversations" al Met

Francesca Di Folco (July 13, 2012)
Al Metropolitan Musem si “incontrano” fino al 19 agosto le due estete della moda italiana per rendere gli spettatori partecipi del fashion mood delle stiliste analizzando come abbiano usato questa forma d'arte per provocare e sovvertire le nozioni convenzionali legate al gusto, alla bellezza, al glamour e alla femminilità

Cosa avranno mai da dirsi Elsa Schiaparelli, e Miuccia Prada? Quali chiacchiere potrebbe mai intavolare queste due stiliste entrambe italiane, così geniali ed innovative eppure storicamente così lontane? Che cosa può accomunare una rivoluzionaria couturier che negli anni '30 e '40 collaborò con i surrealisti del calibro di Dalì e vestì, tra le tante, la Duchessa di Windsor, Millicent Rogers e Joan Crawford, e l’attuale regina del prêt-à-porter amatissima, oltre che da star del firmamento hollywoodiano, anche da galleriste e sofisticate intellettuali?

Le risposte ai mille perchè che frullano nella testa dei fashion-fan saranno svelate in quello che si appresta a divenire l’evento moda dell’anno, la Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations, di stanza al Metropolitan Museum of Art di New York.

L’exhibition, organizzata dal Costume Institute, inaugurata il 10 maggio e aperta al grande pubblico fino al 19 agosto, è ispirata alle Impossible Interviews pubblicate da Vanity Fair negli anni '30 e che qui sono frasi estrapolate da Shocking Life, l'autobiografia di Schiap, giustapposte a quelle di Miuccia.

“Schiaparelli and Prada: impossible conversation”, è un'esibizione che accosta, in un dialogo tanto fertile quanto impossibile, le due stiliste italiane. Separate dal tempo della storia, ma unite nello spirito con cui hanno rivoluzionato il mondo della moda, Prada e Schiaparelli, si incontrano, tra le sale del Met, per un confronto immaginario, dove a far rivivere la stilista romana, scomparsa nel 1973, è l'attrice australiana Judy Davis, che divide la scena con Miuccia Prada.

Entrando nella galleria adibita del Metropolitan sfiliamo attraverso questa video-intervista anacronistica...

L’installazione, realizzata dal visionario del cinema Nathan Crowley, è una serie di ambienti che ritmano con diversi colori e materiali - lacca near, lacca bianca, lacca rossa fino al fantasmagorico gioco di specchi e di teche di plexiglass, e firmata dal filmmaker Baz Luhrmann, autore, tra gli altri, di "Mouline Rouge!", consta di 7 sezioni intorno alle quali ruota la rassegna: Waist Up, Waist Down (a cui si affianca una sotto-sezione chiamata Neck Up, Knees Down), Ugly Chic, Hard Chic, Naïf Chic, The Classical Body, The Exotic Body, the Surreal Body.

Veniamo proiettati in una carrellata di abiti da sera, scarpe, cappelli, accessori che sconfinano nel prezioso e sono degli autentici gioielli in sè...

Oltre ai sontuosi indumenti, sono le conversazioni tra le due regine del fashion-design le chicche della mostra...

Dietro paramenti chic e scintillanti, Prada asserisce come sia “difficile o impossibile” parlare di moda nel momento attuale, vista la crisi economica che attanaglia gli acquirenti e impone di tagliare sul superfluo, se non farlo con i stretti appassionati, senza però rischiare di esser troppo tecnici, mentre Schiaparelli risponde che nella sua epoca occuparsi di moda era un must, un cenno inequivocabile d’eleganza e, per questo, una nota di rilievo nella società.

Ci muoviamo tra giacche ricamate con i segni dello Zodiaco di Schiaparelli e gonne incostratate di gocce iridescenti di Prada...

E’ ancora Miuccia a parlare nel dire che oggi ci si deve muovere in un open-world perchè ricco di lingue, culture, razze, religioni e l’universo femminile è la linfa vitale che anima tutto...

Negli occhi delle donne, Prada vede riflesse le loro esigenze, s’accendono passioni, sprizzano intelligenza e suscitano sorpresa...

Schiaparelli concorda con la collega, affermando ha apprezzato forza e tenacia nelle donne della sua epoca, ma è anche incuriosita da ciò che il “futuro” ha riservato loro....

Il peregrinare di i-Italy nella galleria del Met è costellato di tappe nel firmamento delle due stiliste: incantano gli abiti da dea greca di Elsa e quelli plissettati e grondanti pietre di Miuccia...

Prada interviene sulla necessità di decostruire i cliches della bellezza a tutti i costi, la perfezione ossessiva fine a se stessa... La moda è vita, come tale deve essere contestualizzata nelle diverse epoche e nei differenti luoghi, è figlia di chi la incarna...

Negli anni ‘60-’70 fu addirittura rivoluzione...

Schiaparelli convivide appieno, il fashion non potrebbe essere “altro”... se non la diramazione della io interiore che diventa espressione del sè...

Tra gli accessori fanno mostra di sè il surreale cappello-scarpa e le scarpe coi fanali...

Le due designer s’interrogano anche sul ruolo dell’arte nella moda. E la domanda nasce spontanea: la moda in sè è arte?

Schiaparelli se ne dice convinta, avendo lavorato con Dalì e creato “lobster dress, skeleton dress, shock shoes and dusk”, dando vita a tratti distintivi e visionari nelle creazioni, tipici del Surrealismo...

Questa volta il dialogo non è condiviso dalla collega: per Prada i fashion-designer sono meno liberi degli artists, devono interpretare ciò che gli viene commissionato, perciò più legati ai dettami di chi indosserà l’abito richiesto...

Il surreale, quanto magico, incantevole, incontro tra le due stiliste si chiude con Schiaparelli che chiede a Prada se possono condividere un aspetto: la moda, prima che ancora che innovazione di stili, perfezione delle rifiniture e cura dei particolari, è passione.

Qui il confronto conosce un momento di sintonia totale e di fertile complementarietà.

Miuccia Prada stringe la mano di Elsa Schiaparelli e sussurra “possiamo essere amiche...”.

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