Pino Daniele: "Napule è" a New York
Ormai sembra che Pino non possa fare a meno di New York. Ci ha lasciato esattemente un anno fa, dopo aver incantato il pubblico all’Apollo Teatre con una performance straordinaria per la qualità della sua musica e per il calore con cui è stato accolto. L’occasione allora era la presentazione della “Grande Madre", il suo cd che ha riscosso nel corso di quest’anno una notevole accoglienza da parte di critica e pubblico. Questa volta torna a New York (e poi a Boston) con un altro programma che ha un accento più partenopeo, all'interno delle iniziative promosse dall'Anno della Cultura negli Stati Uniti.
“Ho realizzato negli ultimi mesi 7/8 concerti a Napoli mettendo insieme un gruppo di artisti napoletani che poi si è allargato. Sono stati meravigliosi. A New York porterò qualcosa di simile. Alcuni di loro sono musicisti che mi hanno sempre seguito, James Senese, Antonio Onorato, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Joe Amoruso e Tullio DePiscopo (che sicuramente verrà a New York). Sto sperimentando con loro una musica che richiama tutte le mie canzoni, dal classico al blues”.
Così, dalla calda voce inconfonbile di Pino Daniele, per telefono mi arrivano le prime notizie di un evento attesissimo oltreoceano. Sarà un omaggio all’America e a Napoli insieme. Un omaggio alla musica che si nobilita grazie all’amicizia. Contro ogni forma di narcisismo, un tributo all’amicizia tra le note.
“Io sono alla chitarra e poi c'è un contrabbassista molto italiano, molto classico e jazz allo stesso tempo, alla batteria abbiamo un jazzista, che ha accompagnato famosi musicisti internazionali. Abbiamo tutta l'esperienza del Jazz. Con noi suona una pianista napoletana, Elisabetta Serio molto brava. E accanto intervengono altri musicisti internazionali. Una cantante del Senegal, canta con me in inglese, francese e napoletano e Italiano. E’ anche un concerto multietnico.”
“Narriamo Napoli al centro del mediterraneo con alcuni pezzi che hanno dentro l'Africa. E' importante rivendicare la centralità della cultura napoletana nel mediterraneo. Io sono un cantante napoletano, ma sono molto vicino alla musicalità del Nord Africa. Sono legato a questa cultura bizantina. E’ la canzone popolare napoletana poi si connette facilmente anche al Jazz. Sono sicuro che ci sono molti artisti, musicisti Italo-Americani che amano questo tipo di musica. Il mio è un concerto che richiama, coltiva e combina radici, ma guarda al futuro”
Sembra che Pino voglia, attraverso un mashup di sonorità riportare l’Africa in America, passando per Napoli. Chi ha visto uno dei suoi ultimi concerti nella città partenopea ha raccontato di una grande festa musicale in cui tutti suonano e si divertono in cerca delle più diverse combinazioni.
“La presenza del Jazz che richiama la musica nera è affascinante. Io cerco di mettere il mio carattere, dare la mia personalità considerando però tutto quello mi circonda. Chi suona con me. Questo concerto è nato quasi per caso, in un incontro a fine anno con colleghi napoletani. Era uno stage con altri musicisti a cui chiedevo di suonare. E’ nato un concerto aperto in cui hanno suonato , cantautori, sassofonisti, e poi gruppo 'Napoli Centrale' di cui ho fatto parte tanti anni fa. Voglio contribuire con una nuova vitalità alla mia città... Voglio farlo in giro per il mondo ....Quando tu hai un modo di suonare che si può mischiare ad altri generi è molto bello. “
Pino Daniele è noto per aver da sempre lavorato in team. E’ nel suo DNA. E’ uno degli artisti Italiani che ha puntato di più su duetti e collaborazioni con altri artisti, spesso importantissimi. Tra i tantissimi: Ralph Towner, Yellow Jackets, Mike Mainieri, Danilo Rea, Mel Collins, Pat Metheny, Al di Meola, Wayne Shorter, Luciano Pavarotti, Eric Clapton.
“Si si, il confronto è una casa necessaria per la crescita, e ti auta conoscere grandi artisti. Ti aiuta ad essere un musicista sempre in cerca di completamento. Un vero musicista non è mai totalamnte completo. L’incontro con gli altri permette di migliorarti, a conoscere la diversità.”
Lo ricordiamo l’anno scorso, oltre che nel suo concerto all’Apollo Theatre, in altro magico incontro presso alla Casa Italiana di NYU. In questo caso Pino Daniele ha parlato di Napoli, musica e cinema e lo ha fatto con il regista e attore italo-americano John Turturro.
“Sì, con lui c’è stata una sintonia speciale subito. Si sono unite: la ricerca della radici musicali di un attore internazionale e la mia storia musicale. E’ il fascino della cultura napoletana che tocca moltissimi artisti internazionali come lui. Non c’è solo la camorra per fortuna. “
Questo non vuol dire che Pino dimentichi e nosconda le difficoltà che attraversa da anni la sua città.
“E' un momento difficile in tutto il mondo, non solo per noi, però noi facciamo la nostra parte, ci hanno dato la possbilità di farla questa parte... Molti ragazzi stanno andando via perchè non trovano lavoro. C'e una grande crisi. Ma sono sicuro, dalla cose brutte, negative si esce sempre fuori e nascono sempre delle cose belle...speriamo..speriamo...
Se finalmetne si capisse che l’Italia deve investire nel proprio patrimonio culturale. E’ unico al mondo.Fortunatamente abbiamo un presidente del consiglio eletto da pochi giorni che conosce, e spero possa aiutare l'italia. Speriamo che il ministro della cultura diventi importante come il Ministro degli esteri.”
Ma chi è Pino Daniele oggi? E' lo stesso di tanti anni fa? Come si sente? Dove va?
“Io mi ritengo prima di tutto un musicista che cerca di fare passare la sua identità, la propria cultura nei posti dove questo non è conosciuta. Potrei benissimo venire a vivere a NY. Mi piace da morire, ma non lo farò. Devo mantenere il contatto con le mie radici, devo cambiare le cose stando in Italia e cercando di ricreare cose. Oggi poi si può avere un’immediata comunicazione con NY, e con altri posti. Devo stare in diretto contatto con la mia terra per fare nascere cose nuove, io sono un muscista che cerca di presentare la propria realtà musicale in questo modo, trasmettendo la propria cultura. “
Sì, la cultura della sua terra. E lo aspettiamo insieme a Tullio De Piscopo, il vecchio amico di sempre. Pronti ad un fragoroso ed immenso applauso. Perchè il pubblico risponde generosamente quando un artista è generoso.
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