Milano verso il ballottaggio

Tiziana Maggio (May 23, 2011)
Dopo l’esito delle prime elezioni amministrative, la città di Milano deve ancora scegliere quale sindaco darsi. Tra una settimana il secondo turno decisivo delle elezioni. Nel frattempo i milanesi sembrano avere le idee molto chiare su quanto il sindaco uscente ha realizzato per la città.

Milano - Il 15 e 16 maggio i milanesi si sono recati a votare per le elezioni amministrative: dovevano scegliere a quale sindaco affidare la città di Milano per i prossimi cinque anni.

 
Ma in seguito allo spoglio è risultato che nessuno ha ottenuto la maggioranza stabilita. I due candicati che hanno ricevuto più voti, Letizia Moratti, sindaco uscente del Popolo della Libertà e della Lega Nord (42% delle preferenze), e Giuliano Pisapia, avvocato milanese sostenuto dal Partito Democratico, Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà (48% delle preferenze), andranno al ballottaggio. Dunque i milanesi il 29 e 30 maggio saranno chiamati per la seconda volta ad esprimere la loro preferenza.
 
È passata quindi una settimana dall’esito di queste votazioni e chiacchierando con la gente comune, con i milanesi che sono chiamati a votare per il loro prossimo sindaco emergono opinioni piuttosto precise e chiare e, almeno apparentemente, ben lontane dall’essere cambiate in una settimana in attesa delle prossime elezioni.
 

Dalle università, ai luoghi di lavoro fino alle chiacchiere da bar, le opinioni che circolano, che si sentono e leggono sulla figura di Letizia Moratti, sulle sue iniziative e i progetti per la città ed ovviamente. sul tipo di campagna elettorale scelta. sono delle più disparate, e chiaramente ambivalenti e spaccate a metà, proprio come l’esito della votazione ha evidenziato.

Si va dalle considerazioni prettamente politiche a quelle più legate ad esempio alla vivibilità della città.

Partendo dalle considerazioni più concrete e pratiche, molti giovani milanesi ad esempio hanno apprezzato la creazione di piste ciclabili e soprattutto l’avvio nel 2008 di BikeMi, un servizio di bike sharing a pagamento che ha messo a disposizione un migliaio di biciclette in un centinaio di postazioni diffuse per il centro della città.

Numerosi sono poi i milanesi che hanno lodato la capacità della Moratti di sostenere la candidatura di Milano per l’Expo 2015, battendo nel 2008 la città turca di Smirne alle votazioni dell’Ufficio Internazionale delle Esposizioni di Parigi. L’Esposizione Universale si terrà dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 e per la sua realizzazione sono stati approvati ed avviati importanti progetti architettonici e di viabilità di ampio respiro per la città di Milano.

Quindi la capacità imprenditoriale e promozionale della Moratti viene vista come la spinta necessaria per far si che Milano riparta economicamente e si reinserisca nuovamente fra le grandi metropoli internazionali. Per molti milanesi l’Expo 2015 è un importante stimolo capace di attirare investimenti, rinnovamenti strutturali e sicuramente flussi turistici, ma anche un’ottima occasione di produrre numerosi posti di lavoro, che vengono stimati sui 60.000 all’anno.

A questa importante ondata di rinnovamento e di investimenti dell’Expo 2015 si legano direttamente ed indirettamente una serie di interventi molto apprezzati dai cittadini, quali la riorganizzazione, l’ampliamento e il restauro della stazione ferroviaria centrale, la progettazione del prolungamento di alcune linee della rete metropolitana, che quindi passerà dai 76 ai 140 chilometri totali, la creazione e il collaudo nel novembre 2010 della nuova linea 5 della metropolitana con capolinea appunto alla sede dell’Expo e poi infine la realizzazione di numerosi spazi verdi. Questi importanti e lungimiranti progetti sono ribaditi sugli imponenti e numerosissimi manifesti elettorali della Moratti, ‘Stiamo lavorando per una Milano dove sia sempre più facile muoversi’ o ‘Una Milano sempre più attiva: 61.000 posti di lavoro all’anno grazie all’Expo’.

Per questi milanesi, è la Moratti la personalità capace di sostenere tali importanti progetti e non Giuliano Pisapia, che viene considerato certamente una personalità politica equilibrata e seria ma non propriamente all’altezza di governare e guidare una metropoli come Milano verso le sfide dell’Expo e dei grandi progetti già avviati.

Ma dall’altra parte, un egual numero di milanesi non ha assolutamente gradito alcune scelte del sindaco uscente, quali quelle che hanno portato all’apertura nel 2009 di imponenti cantieri per la costruzione di una serie di grattacieli nella zona Porta Nuova-Varesine-Garibaldi. Questi cantieri infatti vengono visti come la causa principale dell’aumento del traffico, dell’inquinamento acustico e dell’abbassamento del livello di vivibilità della città.

Alcuni cittadini non hanno perdonato la mossa di promuovere tutti questi cantieri contemporaneamente, non spalmando il progetto magari in un arco di tempo di 5-10 anni. Insomma, a detta di molti, gli obiettivi della Moratti sono stati troppo grandi e spropositati per essere sostenuti tutti insieme.

Inoltre numerosi milanesi criticano fortemente il fatto che, a fronte della crescente difficoltà di trovare casa e dell’elevato costo del metro quadro, tali grattacieli saranno per lo più destinati ad uso ufficio e non ad uso abitativo.

Proprio a questo proposito molti milanesi hanno condiviso ad esempio un manifesto promosso dalla campagna elettorale dell’avversario Pisapia che diceva ‘A Milano servono case da abitare. Non grattacieli da guardare’.

 A queste lamentele si aggiungono poi quelle per i numerosi cantieri per l’apertura ed ampliamento delle linee metropolitane, che hanno reso difficile gli spostamenti in città da parte dei lavoratori e degli abitanti stessi di Milano, o quelle per la promozione dell’Ecopass, un sistema di pedaggio per tutte le auto in entrata in determinate zone della città avviato nel 2008 dalla Moratti per cercare di ridurre il traffico auto e quindi l’inquinamento nel centro cittadino. Ma per molti tale iniziativa ha colpito quasi esclusivamente i privati lavoratori ed i pendolari.

A queste considerazioni poi, si aggiunge il poco apprezzato affronto politico della Moratti nei confronti di Pisapia in occasione di una trasmissione televisiva. L’accusa di aver rubato una macchina negli anni ‘70 – risultata falsa – , rivolta dal sindaco uscente al suo avversario pochi istanti prima del termine di un dibattito e senza possibilità di replica, sembra essersi dimostrata un boomerang.

E non sembrano al tempo stesso, almeno per ora, aver presa sulla gente comune, quei toni da propaganda che dipingono Pisapia come un terrorista che trasformerà Milano in una ‘cittadella dell’islam’. Infatti questa considerazione è nata dalla risposta che Pisapia ha dato al Comitato cittadino ‘Jenner-Farini’ che chiedeva da anni di trovare una soluzione alle settimanali preghiere islamiche organizzate nelle strade e sui marciapiedi del loro quartiere. A questa richiesta Pisapia ha risposto: ‘È importante avere un luogo per esercitare un diritto sancito dalla Costituzione’.

Tale risposta però non è stata condivisa da alcuni milanesi ed è stata vista come una pericolosa minaccia alla sicurezza cittadina.

Insomma a conti fatti gli umori e le idee dei milanesi appaiono piuttosto definiti e precisi e sembra proprio che non saranno loro a cambiare l’esito della prossima votazione, ma gli indecisi, gli astensionisti e quelli che non hanno votato o lo hanno fatto per altri candidati delle prime votazioni.

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