Brunello di Montalcino: il vino italiano nel mondo

Daniele Ministeri (February 09, 2009)
Un incontro con Stefano Campatelli, direttore del Consorzio per il Brunello di Montalcino. Ci parla della storia del marchio e del suo lancio negli Stati Uniti.



“Montalcino è un paese in una posizione ideale: continentale ma al tempo stesso non troppo lontana dal mare Tirreno. Il territorio può essere assimilato ad una piramide, che degrada verso le valli che la circondano. Questa piramide crea una notevole varietà d’ambienti, di esposizioni, altitudini e tipi di suolo.” Così Stefano Campatelli, direttore del Consorzio per il Brunello di Montalcino, descrive le valli intorno al piccolo paese della Toscana conosciuto in tutto il mondo per il suo vino.

Nato e cresciuto tra i vigneti del Chianti, Stefano ha iniziato la sua carriera da professionista del vino con una laurea in agronomia ed un master in enologia. Una strada che l’ha portato nel 1990 a dirigere il consorzio del prestigioso vino toscano: “Ho avuto la fortuna di vivere un’avventura meravigliosa a Montalcino, in un mondo che mi ha sempre affascinato sin da bambino”.

Tra i meriti del dott. Campatelli vi è quello di aver instaurato un rapporto stabile con gli Stati Uniti. A tal proposito gli abbiamo chiesto come è iniziata questa l’esperienza: “E’ nata nel 2001, dall’esigenza di essere presenti con una grande iniziativa sul mercato più importante per il Brunello e per Montalcino. Fu un’avventura. A giugno 2001 andai a New York per definire i particolari della manifestazione che volevamo realizzare nel novembre successivo. Riuscii a fare tutto insieme alla nostra agenzia e all’amico Tony May al quale avevo chiesto aiuto. Come è noto ci fu l’11 settembre e pertanto molti produttori volevano rinunciare ad organizzare una manifestazione il 6 novembre in una New York vuota e sfiduciata. All’ultimo decidemmo di partire. Quella fu una mossa vincente e fu molto apprezzata da tutti coloro che si occupavano di vino, anche perchè pochi parteciparono. Sembrava che tutto dovesse finire. Invece da quel momento la manifestazione è decollata.”

Oggi il giro d’affari complessivo del Brunello di Montalcino è di circa 130 milioni di euro di cui 20 milioni solo negli Stati Uniti. “La promozione nel mercato americano ora avviene attraverso due canali: un’iniziativa annuale, alla presenza di operatori ed opinion leader, ed attraverso l’enoturismo”. Il legame tra il Brunello e Montalcino è infatti strettissimo, tanto da fare del vino uno dei motivi principali di attrazione del paese. L’importanza della Toscana nel prodotto “Brunello” è ancora più evidente quando si parla del cliente ideale: “Ci rivolgiamo ad un consumatore consapevole che ama bere e mangiare ed è interessato ai nostri territori toscani.”

Il Consorzio del Brunello di Montalcino, nato nel 1967, ha il compito di tutelare, salvaguardare e promuovere il famoso vino toscano in Italia e nel mondo. L’altissima qualità raggiunta da questo vino ed il lavoro svolto dal Consorzio hanno permesso al Brunello di entrare come unico italiano nella Top 12 dei vini del ‘900 dalla prestigiosa rivista “Wine Spectator”. Una posizione insidiata dallo scandalo che ha colpito il vino nel 2008, quando in una sua inchiesta il settimanale “L’Espresso” ha denunciato l’esistenza di bottiglie in cui l’uva tipica Brunello era stata mischiata ad altre uve. Un tema dolente per gli amanti del Brunello, visto che l’inchiesta non è ancora chiusa del tutto.“Ne parleremo quando tutto sarà finito.” Commenta Stefano sull’argomento “Comunque esiste un'ipotesi di mancato rispetto del Disciplinare di Produzione da parte di alcune aziende, 5-6 su 200 produttori.”

Nonostante ciò il Brunello continua a dominare sulle tavole più prestigiose del mondo: dai Clinton alla Regina Elisabetta, da Springsteen a Mel Gibson questo vino è sempre presente nelle occasioni più importanti. Persino Carlo Azeglio Ciampi, ex presidente della Repubblica Italiana, ha più volte dichiarato di essere un grande estimatore del Brunello.

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