Articles by: Daniele Ministeri

  • Life & People

    Italian Wine Week in New York


    After running through Boston and before it goes to Miami, Italian Wine Week came to the New York Hilton on January 28th. During the event important winemakers from Calabria, Toscana, Lombardia, Veneto and Abruzzo introduced their products to the public. It was an occasion to taste some of the best wines in the world and to discover a few new ones.


     
    The tasting occupied two floors of the Hotel in which, standing behind big tables, more than 300 producers offered their wines to the public, giving them the opportunity to discuss the quality and particulars of their products. The objective was simple: to improve the wine trade between the U.S. and Italy.


     
    A notable "guest" was the Brunello of Montalcino, one of the best and most famous wines of Tuscany. Produced in the region of Montalcino, just south of Florence, and made with 100% Sangiovese grapes, this wine was the first to achieve the DOCG label for quality in 1980. The illustrious Brunello was brought to New York by the Consorzio of Brunello di Montalcino, an association created by the producers to promote their wine all around the world.


     
    The event also featured a surprise appearance by  what is called the Sopranos Wine, born from a joint venture between HBO television and Vesuvio Imports Co. Among other things, this can be read as a sign of how wine in America is becoming increasingly popular. 


     
    But walking between the tables prepared for the event, attendees also had the opportunity to see how much a bottle factors into the elegance of a wine. Take the “Diadema” for instance, with its bottle decorated with strass, or the “Fabrizio Dionisio” with a label depicting a heart growing from the earth, possibly a symbol for the passion the couple who offered it put into the production of the wine. 


     
    Wine Week 2009 was organized by the Italian Trade Commission (ICE) to promote Italian wine in the U.S. and to create an industry convention where wine producers could meet importers. The role of Italian wine in America began about 50 years ago, and in 2008 reached a market share of 28,2% over other imported wines, becaming first for quantity imported and second, after the most expensive French wines, for market value.


     
    “In this moment of economic crisis, we think it is right to help our enterprise to confirm their presence in American’s wine market” explained Aniello Musella, Executive Director of ICE in the U.S.


     
    “Events like Vino 2009 are very important right now” Paolo Boselli (Premium Brand) added, remarking on the current economic situation, “I believe in them, and we need to work hard on this kind of advertising”.
     



     

     
     

     

  • Brunello di Montalcino: il vino italiano nel mondo



    “Montalcino è un paese in una posizione ideale: continentale ma al tempo stesso non troppo lontana dal mare Tirreno. Il territorio può essere assimilato ad una piramide, che degrada verso le valli che la circondano. Questa piramide crea una notevole varietà d’ambienti, di esposizioni, altitudini e tipi di suolo.” Così Stefano Campatelli, direttore del Consorzio per il Brunello di Montalcino, descrive le valli intorno al piccolo paese della Toscana conosciuto in tutto il mondo per il suo vino.

    Nato e cresciuto tra i vigneti del Chianti, Stefano ha iniziato la sua carriera da professionista del vino con una laurea in agronomia ed un master in enologia. Una strada che l’ha portato nel 1990 a dirigere il consorzio del prestigioso vino toscano: “Ho avuto la fortuna di vivere un’avventura meravigliosa a Montalcino, in un mondo che mi ha sempre affascinato sin da bambino”.

    Tra i meriti del dott. Campatelli vi è quello di aver instaurato un rapporto stabile con gli Stati Uniti. A tal proposito gli abbiamo chiesto come è iniziata questa l’esperienza: “E’ nata nel 2001, dall’esigenza di essere presenti con una grande iniziativa sul mercato più importante per il Brunello e per Montalcino. Fu un’avventura. A giugno 2001 andai a New York per definire i particolari della manifestazione che volevamo realizzare nel novembre successivo. Riuscii a fare tutto insieme alla nostra agenzia e all’amico Tony May al quale avevo chiesto aiuto. Come è noto ci fu l’11 settembre e pertanto molti produttori volevano rinunciare ad organizzare una manifestazione il 6 novembre in una New York vuota e sfiduciata. All’ultimo decidemmo di partire. Quella fu una mossa vincente e fu molto apprezzata da tutti coloro che si occupavano di vino, anche perchè pochi parteciparono. Sembrava che tutto dovesse finire. Invece da quel momento la manifestazione è decollata.”

    Oggi il giro d’affari complessivo del Brunello di Montalcino è di circa 130 milioni di euro di cui 20 milioni solo negli Stati Uniti. “La promozione nel mercato americano ora avviene attraverso due canali: un’iniziativa annuale, alla presenza di operatori ed opinion leader, ed attraverso l’enoturismo”. Il legame tra il Brunello e Montalcino è infatti strettissimo, tanto da fare del vino uno dei motivi principali di attrazione del paese. L’importanza della Toscana nel prodotto “Brunello” è ancora più evidente quando si parla del cliente ideale: “Ci rivolgiamo ad un consumatore consapevole che ama bere e mangiare ed è interessato ai nostri territori toscani.”

    Il Consorzio del Brunello di Montalcino, nato nel 1967, ha il compito di tutelare, salvaguardare e promuovere il famoso vino toscano in Italia e nel mondo. L’altissima qualità raggiunta da questo vino ed il lavoro svolto dal Consorzio hanno permesso al Brunello di entrare come unico italiano nella Top 12 dei vini del ‘900 dalla prestigiosa rivista “Wine Spectator”. Una posizione insidiata dallo scandalo che ha colpito il vino nel 2008, quando in una sua inchiesta il settimanale “L’Espresso” ha denunciato l’esistenza di bottiglie in cui l’uva tipica Brunello era stata mischiata ad altre uve. Un tema dolente per gli amanti del Brunello, visto che l’inchiesta non è ancora chiusa del tutto.“Ne parleremo quando tutto sarà finito.” Commenta Stefano sull’argomento “Comunque esiste un'ipotesi di mancato rispetto del Disciplinare di Produzione da parte di alcune aziende, 5-6 su 200 produttori.”

    Nonostante ciò il Brunello continua a dominare sulle tavole più prestigiose del mondo: dai Clinton alla Regina Elisabetta, da Springsteen a Mel Gibson questo vino è sempre presente nelle occasioni più importanti. Persino Carlo Azeglio Ciampi, ex presidente della Repubblica Italiana, ha più volte dichiarato di essere un grande estimatore del Brunello.

  • Hilton di New York. Brindisi all’italiana


    Che ci fa una sputacchiera d'argento sul tavolo di uno dei più prestigiosi alberghi di New York?

    A questa domanda possono rispondere le centinaia di persone che, il 28 gennaio, si sono radunate presso l’Hilton di New York per partecipare alla giornata di degustazione dei vini italiani organizzata dall’Italian Trade Commission. La manifestazione, che ha occupato due piani dell’Hotel, ha dato agli avventori l’opportunità di degustare le più prestigiose etichette da Lombardia, Veneto,  Abruzzo, Calabria e Toscana. I vini, disposti sulle lunghe tavolate preparate per l’occasione, sono stati offerti direttamente dai rappresentanti delle aziende. Ciò ha dato agli intenditori l’opportunità di assagiare i migliori prodotti per poi, dopo averli riversati nelle eleganti sputacchiere d’argento, commentarne le raffinatezze e i pregi direttamente con gli artefici.

    La sala più affollata era quella dedicata al “Brunello di Montalcino”, tra i vini più conosciuti al mondo, nonché primo vino italiano a ricevere la prestigiosa etichetta DOCG, un omaggio alla qualità e alla cura con cui viene prodotto. A promuoverne la presenza all’evento il “Consorzio del vino Brunello di Montalcino” un’associazione sotto cui si sono radunate le aziende dell’area di Montalcino con lo scopo di promuoverlo a livello internazionale.
     
    Oltre al gusto anche l’occhio ha avuto la sua parte. Passando tra i vari tavoli è stato infatti possibile ammirare le più svariate e stravaganti idee messe in pratica dai produttori per contraddistinguere le proprie bottiglie. Dall’etichetta del “Fabrizio Dionisio” caratterizzata da un sole che risplende su un cuore che spunta dalla terra, forse simbolo della passione messa nella produzione del vino dalla giovane coppia presente, all’elegante “Diadema”, in cui l’etichetta è sostituita dal nome del vino scritto con strass direttamente sulla bottiglia: un lusso quasi dovuto a quello che da sempre è il connubio vincente tra vino ed eleganza.
     
    La trovata più originale è però orientata al grande pubblico e può ovviamente addirittura suscitare polemiche. Si tratta del “Sopranos”, un vino che ha ottenuto direttamente dalla popolare,  ma anche tanto discussa, serie sulla mafia italo-americana i diritti per la concessione del nome.
     
    Ma lì dove l'occhio può ingannare solo i palati più esperti sono in grado di riconoscere l'origine di molti dei vini proposti. Buona parte delle etichette presenti alla manifestazione infatti non esistono in Italia e sono prodotte ad hoc per il mercato statunitense. Solo gli intenditori sono in grado di stabilire le cantine di provenienza di queste qualità attentamente selezionate per il gusto americano.
     
    La giornata di degustazione in realtà non è che uno dei tanti eventi organizzati dall’Italian Trade Commission (ICE) per promuovere il vino italiano negli USA. La manifestazione “Settimana del vino italiano negli USA”, nella sua prima edizione, prevede infatti una lunga serie di incontri promossi dal 24 al 30 gennaio nelle città di Boston, New York e Miami.
     
    “Vino 2009 è stata pensata per rafforzare i rapporti tra i produttori vinicoli italiani e gli acquirenti sul mercato statunitense”, ci ha detto Aniello Musella, direttore dell’ICE e responsabile per gli Stati Uniti. L’organizzazione di questi eventi ha ricevuto quest’anno una particolare attenzione, dovuta alla necessità di contrastare gli effetti della crisi che sta coinvolgendo anche questo mercato. Nonostante il vino italiano sia sempre al vertice delle classifiche per quantità importata, oltre 200 milioni di litri annui, nel 2008 si è infatti registrato un calo del 6,5%.
     
    “Nonostante la debolezza dell’economia”  ha detto  Lars Leicht, vice-presidente dell’azienda vinicola Castello Banfi  “La gente continua  a gustare il suo vino, magari non la bottiglia da 100 dollari, ma qualcosa di meno costoso, perché ormai il vino è diventato parte integrante della dieta americana”.
     
    “Comprano molte più bottiglie di vino che in passato” sostiene Michael Cappadonna, vice direttore del negozio Total Wine in New Jersey, parlando dei suoi clienti “ma ora cercano vini più a buon mercato”.
     
    Da prodotto di lusso il vino sta quindi iniziando a coprire anche altri strati della società americana. Per tutti noi, intenditori e non, non rimane che comprare una bottiglia di buon vino italiano e gustarla con calma a casa, lontano dalle sputacchiere dei grandi alberghi!

     

  • Art & Culture

    From Italy to Sundance...Round Trip

    Sundance Film Festival 2009, considered worldwide to be the most important window for independent movies, featured two Italians candidates.

     
    “One Day in Life” (aka in Italy “Un altro pianeta”),the first feature film by director Stefano Tummolini, was presented with great success at the '08 edition of the Venice Film Festival. The movie is about an ordinary day lived by Salvatore, the main character, in Torvajanica Beach, located near Rome. It is about the strange people he meets, his relationship and his homosexuality.  “When I started shooting this film I had a budget of about 1000 euro and only a week for the principal photography”, Tummolini said. He shot the whole movie with a digital camcorder. “One day in life” was chosen among 1,012 movies in the section “World cinema dramatic” of the festival and competed with another 15.
     

    The other Italian movie participating in the competition this year was a documentary produced by RAI (Italian Broadcasting Company). “211: Anna”, a portrait of Anna Politkovskaya, the famous Russian journalist known for her reportages on the war in Chechnya and the death of hundreds of children during the Beslan school-hostage crisis. She was found shot in the elevator of her apartment building on October 7, 2006, a date that coincides with the birthday of the Russian Prime Minister, Vladimir Putin. The title is inspired by the 211 members of the Russian Union of Journalists who have been killed since 1991. This movie, presented for the first time on RAI Italian television, was a contender in the “World Cinema Documentary” section.
     
    The Utah US/Film Festival, founded by actor and director Robert Redford in 1978, officially became the Sundance Film Festival in 1985 and is now the most important event dedicated to independent movies and artists who work outside Hollywood. It takes place in Utah, near Park City, and has helped many important filmmakers, such as Kevin Smith, Quentin Tarantino and Jim Jarmusch, jumpstart their careers. 

     
    This year marked the festival's 25th edition. Despite the beauty and originality of the Italian movies presented, the jury granted the first prize to "Push" which, based on the novel by Sapphire, was also voted best US dramatic movie.