Articles by: Valentina Barretta

  • Fatti e Storie

    Festa di fine anno alla Scuola Gugliemo Marconi

    Biscotti, torte, rustici e pietanze assortite coloravano l’auditorium della Scuola d’Italia Guglielmo Marconi  in occasione del saggio di fine anno. New York è un crocevia di culture e anche l’edificio sulla novantaseiesima strada ne è una testimonianza, rappresentando con la sua attività formativa la forte presenza italiana sul territorio.

    Negli ultimi anni poi la collaborazione tra la Scuola e le altre istituzioni, ad esempio con il Consolato Generale d'Italia a New York e la Casa italiana Zerilli Marimò, si è intensificata e come risulta dalle linee programmatiche illustrate dalla preside Anna Fiore, tenderà a consolidarsi sempre di più in futuro.
     

    La componente italo-americana rappresenta da anni la ricchezza di questa scuola che vanta anche la sempre più cospicua presenza di studenti di altra provenienza. La Scuola d'Italia Gugliemo Marconi, l’unica ad offrire l’intero ciclo di studi sia in italiano e in inglese, con due curricula paralleli, è aperta agli incontri tra culture e potenzialmente a tutti gli amanti dello Stivale in un contesto globale. Come si dice oggi: glocal.

    In questo modo l’educazione alle differenze sociali ed etniche, al rispetto per l’altro, inteso come diverso da sè, diviene parte integrante del percorso di formazione di ogni allievo.

    E i-Italy ha assistito a  The Ecology of Mind e Hansel & Gretel, due spettacoli organizzati dalla prestigiosa scuola fondata nel 1977, per concludere l’anno scolastico in bellezza. Una vera festa di cultura e amicizia.

    Si trattava di due rappresentazioni teatrali musicate, allegre ed originali, indirizzate ad un pubblico misto, coinvolgenti anche per i meno giovani. Gli studenti di liceo e medie hanno intonato canzoni e recitato poesie, coniugando tradizione letteraria anglosassone e italiana.

    I versi di Giacomo Leopardi, Shakespeare, Oscar Wilde, Edgar Morin hanno risuonato nella sala gremita, emozionando parenti e professori. Tutti gli insegnanti e lo staff della scuola hanno contribuito all’organizzazione dell’evento.

     I ringraziamenti sono andati in particolare ad Anna Bartocci, Alessandra Montalbano, Rosaria Crisafi, Marta Pettenell, Micheal Prater and Nels Pierce, che hanno istruito i ragazzi, ideato e realizzato lo spettacolo.

    Tra gli spettatori, insieme a genitori e nonni,  anche persone "esterne" alla scuola, italofili lieti di contribuire ai suoi programmi  partecipando alla raccolta fondi indetta dalla preside Anna Fiore nell’ambito di quello che hanno chiamato  “progetto trasversale”.

    La prima perfomance, intitolata Ecology of Mind, riprende il filone di pensiero sviluppatosi nel ventunesimo secolo e affronta temi d’attualità quali l’ecologia e il rispetto per l’ambiente, nonchè problematiche relative all’effetto dei gas serra, emerse anche durante la recente conferenza di Copenaghen.

    Centrale nell’esibizione, il concetto secondo cui esisterebbe una connessione inscindibile tra le  attività dell’uomo e la natura circostante, quest'ultima intesa come ambiente sul quale si ripercuote la prima, talvolta in maniera negativa.

    In un momento in cui la crisi ecologica sembra coincidere con il crollo dei valori e delle certezze su cui si è basata finora la società post-industriale, urge anche da parte dei più giovani una riflessione sull’entità dei processi che inducono al cambiamento.

    “Il grande contributo alla conoscenza che ci ha lasciato il '900 è stata la consapevolezza dei limiti del sapere stesso. La più grande certezza che ci è data è proprio l’impossibilità di eliminare le incertezze”, ha recitato una studentessa del primo anno.

    L'obiettivo era coinvolgere i ragazzi in un discorso più ampio, responsabilizzandoli e offrendo loro spunti di riflessione sulla possibilità di adottare uno stile di vita differente.

    Tra realtà e fantasia invece il musical di Hansel e Gretel, la celebre fiaba tedesca dei fratelli Grimm.

    Ad accompagnare il coro, composto dagli iscritti del secondo e terzo anno, una vera e propria  orchestra in miniatura formata da piano, batteria, chitarre  e flauti. La storia dei due fratellini imprigionati nella casa di marzapane, simbolo di ricchezza e prosperità, nonchè  personificazione dei desideri dei più piccoli,  colpisce sempre, confermando l’utilità della tradizione orale e scritta che rischia di essere sottovalutata dalle nuove generazioni.

    Il messaggio lanciato quindi è stato non solo la necessità di diffondere e promuovere la lingua italiana, ma anche di fare dei giovani i promotori di una nuova società, più consapevole e sostenibile. E negli occhi degli studenti la felicità di un affiatamento raro in una Scuola speciale, multietnica e multiculturale.

    Ci piace ricordare le parole che Ban Ki-moon ha detto in occasione del Gala annuale della scuola:"Voi siete il cambiamento, i futuri leader del mondo globale. Abbiamo bisogno della vostra speranza..."

  • Facts & Stories

    Italian National Republic Day. “Bike to the Future” on June 2

    The team of Italian institutions in New York was nearly finished at the office of the Italian Consulate. Consul General Francesco Maria Talò and three directors, Riccardo Viale of the Italian Cultural Institute, Aniello Musella of the Italian Trade Commission, and Riccardo Strano of the Italian Tourist Board for North America, together presented to the press the planned programs to celebrate Italian National Republic Day on June 2.
     

    “This year we have again tried to involve the many communities present in New York and take advantage of the richness that comes from working together synergistically,” Talò began.

    By definition Italian National Republic Day is meant to be an occasion to unite all of the institutions participating in Sistema Italia to celebrate the republic of Italy with Italians, Italian Americans, and all other friends who live in this region. “Coordinting the Italian presence in this country is our institutional duty. It is a specific mandate from the Government,” said the Consul General, adding that “cooperating with private firms has become a reality, especially as a way to share expenses. Mobilizing all components that may contribute independent resources, that is the final step.”
     

    The region of Sardinia has been fundamental in supporting the celebrations. “It is present in 360 degrees. Culture, science, economics, and tourism cannot be separated,” asserted Talò. This year it is Sardinia’s turn to take advantage of the large audience attending the June 2 celebration. In 2008, National Republic Day was organized with sponsorship from Sicily and Tuscany. Last year sponsorhip came from Puglia and Veneto.
     

    “Thanks to individual contributors,” Talò remarked, “in the last few years the June 2 event has been taking place in one of New York’s premier landmarks, the ballroom at Cipriani Wall Street, and not in a boardroom as it was the case before"
     

    The initiative also plans to highlight the importance of authentic Italian products while educating consumers to eat “the Italian way.” The food, of course, will be Italian, and there will be also be Sardinian specialties offered in the abundant buffet.
     

    Aniello Musella also added: “With over one thousand attendees, it will be a singular opportunity to promote authentic Italy. This is the mission of the Italian Trade Commission in the U.S. There will be authentic Italian products, the basis for creating Italian cuisine. The creative chefs at Cipriani begin with those and go from there.”
     

    At the end of the month (June 27-29), the Italian Trade Commission will also coordinate the Italian presence at the Fancy Food Show, an occasion to fight the growth of Italian-sounding products in the US.
     

    Riccardo Strano underscored the initiatives focused on tourism, especially Sardinia. “It is an imporatant time for this region. It is ever-present, and has organized events in the U.S. for the last three years.”
     

    The region’s Commissioner for Tourism Sebastiano Sannito will arrive one hour before the reception to introduce the island of Sardinia to insiders.

    The message will be amplified because it is directly related to the next event, the reception with over one thousand attendees.
     

    A scientific convention to present Sardinia’s excellence was organized by the Consulate, the Italian Cultural Institute, as well as ISNAF.
     

    As part of the National Day's celebratios, the Italian Cultural Institute directed by Riccardo Viale introduced the exhibit which will begin June 1 at the Italian Cultural Institute with works will host an exhibit dedicated to American Cinema through the works of artist Mimmo Rotella that will be inaugurated on June 2. Finazzer Flory, the Commissioner for Culture of the City of Milan, will also be present at the opening.

    “We think that this show fits in very well with the cultural and artistic spirit of New York that is closely tied to the city of Milan,” commented Talò.

    “Bike to the Future” is the slogan for this year’s Italian National Republic Day that will accompany the celebrations on June 2. It stems from the creative mind of Deputy Consul Marco Alberti and thematically refers to the important role the bicycle has played in the development of sustainable transportation, as well as an obvious invitation to purchase Italian bicycles.

    In passed years the Consul General arrived at the reception driving an Italian vehicle, a Vespa Scooter in 2008 (“I still use it a lot!”) and FIAT 500 in 2009. “Over the last two years, the Vespa has become increasingly visible in New York and the recent agreement between FIAT and Chrysler guarantees that it soon be on American roads everywhere,” he said.
    This time, however,  he won't be able to carry on the tradition that he himself inaugurated because of a recent accident.

    Consul Talò is confident that Italian bycicles will conquer the American market.  “US cities and streets will soon be jammed with Vespas, 500s, and Italian bikes. They are environmentally friendly and therefore is supported by Italian institutions.” The bycicles are provided by a small-scale Italian producer. “It’s called ‘Montante’ and I’m told it manufactures the best recreational bicycles around.”

    The emblem of this new, ambitious strategy is evident on the invitation, created by an ad agency: it presents Leonardo Da Vinci’s Vitruvian Man, the symbol of perfection of the human body, surrounded by a bicycle wheel.

    “Obviously all are invited to come to Cipriani Wall Street on a bicycle on June 2.” Smiling, Consul Talò concluded with the hope that next year’s celebration, which will coincide with the 150th anniversary of the unification of Italy, will enjoy the participation of all the Italian regions participate.

    The reception on June 2 can also be followed remotely. Like last year, i-Italy along with Italics and CUNY TV will hold a live web broadcast of the event.

  • Life & People

    Isabella's Night with Jovanotti

    April 24. Lorenzo Cherubini "Jovanotti"'s concert at the  Webster Hall was a sold out. It was an unforgettable evening for those who could enjoy the music of the internationally known and loved Italian rapper from the very first to the last minute and song. Isabella was among them... She was one of the two winners of our contest, that required all the partecipants to send us an original answer to the question "What would you tell Jovanotti if you met him?". She expressed the desire to bring him to her school, the Scuola d'Italia, the bilingual and bi-curricular Italian-American education institution based in New York.

     
    We followed her in this special night to recount our readers how enthusiast and excited she was to attend it. Our contest, addressed to participants of all ages, gave her an almost unrepeatable opportunity: spend an evening at the Webster Hall, legendary meeting place of the American jet set, and attend the concert of her idol in the VIP area of the club. It was an event that both her and the rest of the audience will remember for a very long time.

    Jovanotti started his tour in the United States on April 22 and New York was his second stop. His public was literally set on fire by his funky and somehow tribal rhythms.

    After a long stay in New York last summer, the artist decided to come back to North America for a short tour that brought him from Washington to Chicago and then to Canada. Together with exceptional musicians such as Saturnino, Riccardo Onori, Gil Olivera, Kristos Rafaelidis ,Charles Blenzing, Gilamr Gomes, and Meia Noite, he gave life to an original mix of dub, jazz, and afro-beat music that made almost everybody dance.

     
    The Webster Hall, built in 1886, has become one of the most exclusive venues in the country, having hosted world stars such as the Linkin Park, the Green day, Madonna, and Lady Gaga.

    The location was not chosen by case: the Tuscan singer-songwriter performs only in historical clubs that have welcomed internationally renowned singers and musicians.
    After New York, the tour touched Philadelphia, Boston, Montreal and Toronto: a brief visit that has indeed surprised even the most sceptical for its outstanding outcome and that has paved the path for the launch of Jovanotti's new album in 2011.

    Useless to say, Jovanotti is Isabella's true idol.
    She came with her very youthful mother Simona and crossed the shiny threshold of the club to enjoy two vibrant hours of fun characterized by extraordinary bass solos by Saturnino and the Latin sound of Gil Oliveira's percussions.

    Lorenzo's more than 20-years career has been increasingly successful and still today he conquers fans among the new generations, renewing his music continuously. Now he is facing his new US adventure bringing to this side of the ocean his all-Italian improvisations, music and words.

    Isabella's idea to ask him to sing in her school is symbolically important. It will give her non-Italian schoolmates not only the opportunity to meet Jovanotti but also to approach a new musical world, where Italian lyrics are accompanied by rhythms close to the American ones. She understood that the key to the singer's success is to keep his "Italian singing" also when performing before a foreign audience. His style is simple and unrepeatable.

    His reinterpretations of both new and old successes excited the extremely various audience, that was encouraged to sing and move at the rhythm of the songs on the dance-floor.
    It was a "Dancing tribe", as the title of one of his songs suggests. He played historical pieces such as "Penso Positivo" (I think Positive); "Serenata Rap" (Rap Serenade); "Non m'annoio" (I am not bored); "Piove" (It's raining); "L'ombelico del mondo" (The bellybutton of the world); "Bella" (Beautiful). He also sang more recent songs such as "Tanto" (A lot); "Baciami ancora" (Keep kissing me); and "Dove ho visto te" (Where I saw you).

    This performance, fully dedicated to his Italian fans living in the New York area, was like a "Monday of vacation after a year of work", as Jovanotti himself said.
    Although the artist decided to start his new American adventure to enter a new market and conquer a new audience by exporting and promoting his music Made in Italy, he can still count on a huge number of fans that welcomes him with extraordinary warmth and love every time he comes. 

    As the concert was about to end, Jovanotti dedicated a song to his wife and daughter, both attending his performance from a private spot. An eternal child that "thinks positive" and "never gets bored", he often mentions the two women of his life in his songs and never wastes an occasion to homage them.

    Isabella and her mother, after having spent all their energies singing and jumping, left the Webster Hall tired but with a huge smile on their faces. They felt also a little nostalgic, though: the young student's parents had to leave Italy two years ago for work reasons but never forgot their country, that accompanies them at every step of their life in New York. 

    “This city never stops surprising and offering you exciting things to do. Being here tonight, however, had a special meaning to me: my daughter lived an Italian evening, and enjoyed a music that is very close to her generation" said Simona at the event of the event.

    After this very special night, Isabella is wishing even more that her dream will come true and that she will finally be able to bring her idol among her professors and schoolmates and have him sing in the gym of the Scuola d'Italia.


  • Dining in & out: Articles & Reviews

    "Genuinely Italian". The Pleasure of Food

    Flakes of tasty Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, ham, olive oil bruschette and stuffed tomatoes, sided by great wine, white and red. It isn't the description of a farmer's feast in the Romagna planes, but a culinary event organized and promoted by GRI, the Gruppo Ristoratori Italiani, in partnership with Casa Italiana Zerilli-Marimò in New York.

    Special guests in the auditorium of the old building overlooking West 12th Street in Greenwich Village were Lou Di Palo, owner of DiPalo’s Fine Foods in Little Italy and Louis Coluccio, Jr. from Coluccio & Son in Brooklyn, two of the best known vendors of Italian specialties in New York.

    They were interviewed by Michele Scicolone, i-Italy Food Editor and Blogger as well as author of many successful books about gastronomy. The latest is The Italian Slow Cooker, which has been a bestseller for weeks. Among other things she curated the sixty-fifth edition of Joy of Cooking, one of the most sold cooking manuals in America.

    The meeting was intended to inform the American public on cooking, but also on the authenticity of the Italian products sold in the Big Apple. The event was embellished by a delicious rich buffet set up by the organizers.

    Scicolone, who lately has been concentrating on the bad habits of American consumers and the importance of eating healthily and slowly, avoiding fast foods, served as moderator at the well-attended discussion, answering questions from the public and dialoguing with the two speakers, experts of the food sector and very well prepared on the origin of products made in Italy.
     

    “When I speak about slow food, I mean giving the right importance to alimentation, to the pleasure of food, learning to enjoy recipes and the diversity of tastes” said the author. The event is part of a larger cycle of seminars centered on the preservation of the Italian gastronomical tradition in America, to save it from the success which inevitably led to an increase in forgeries. This phenomenon is ever rising and many people try to cleverly speculate on the notoriety of such a consolidated myth.

    “Let's buy our products directly from Italy” said Lou Di Palo “so we can offer a better promise of quality to our clients”. Most of the merchandise distributed by the two shopkeepers is imported, and is obviously subjected to many quality checks before being marketed. The only exception is constituted by the buffalo mozzarella, made here with a technique passed on from generation to generation. The tasty cheese, typical of the Campania region, is kneaded and spun by Lou Di Palo's collaborators, who use exclusively buffalo milk.

    Yet it's impossible to maintain the original denomination mozzarella di bufala campana, since the milk comes from other farms.

    And perhaps the final product will never have the classic pearly color or the smooth and shiny surface of the famous 'bocconcini', but the taste is similar: sweet at the tip of the tongue, salty and slightly acidulous at the edges.

    “Recognizing the variety of the production areas and of the makers is fundamentally important” added Scicolone. According to the gastronomy expert, the education to taste can become a great defense mechanism against fraud, bad quality and homologation.

    Food biodiversity and sovereignty are therefore the key words within a complex debate that retraces all of the production's steps; from the picking of the San Marzano tomatoes in the fields, to the intermediation of the wholesalers, up to the final step in the shopkeeper's store.

    The meeting – which had the objective of spreading the knowledge of authentic and refined Italian cuisine through visibility and credibility - set up by GRI, a non-profit organization founded in 1979 and made up of the greatest Italian restaurateurs on American territory, was successful.

    The truthfulness of the statements is assured by the quality of the sold food and by the constant flow of information that accompanies the product when purchased.

    In this case the audience, curious and avid of knowledge, had to do with a small taste of the small delicacies, of the flow of interview and answers and the many questions from the public. “How do you preserve buffalo mozzarella?” “How do you cook pasta with cuttlefish ink?” are just two of the questions.

    But it was Pizza, the most famous Italian dish, known and loved internationally, that caused the largest debate. When someone artlessly asked “what's the difference between the cheese on a 99c pizza and regular mozzarella?”, a cloud of dust rose from the public. “Mozzarella doesn't melt completely and doesn't reach a homogenous shape, like the cheese mostly used in America. Cheese cannot be considered a substitutable ingredient” said Louis Coluccio, almost indignant.

  • Genuinamente italiano. Il giusto peso all'alimentazione e al gusto

    Scaglie di gustoso Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, prosciutto crudo, bruschette all’olio di oliva e pomodorini ripieni, il tutto annaffiato da ottimo vino, bianco e rosso. Non è la descrizione di una sagra contadina nella pianura Romagnola, bensì l’evento culinario organizzato e promosso dal GRI, Gruppo Ristoratori Italiani, in partnership con la Casa italiana Zerilli Marimò, a New York.

    Ospiti d’eccezione presso l’auditorium dell’antico palazzetto che si affaccia sulla dodicesima strada nel Greenwich Village, Lou Di Palo, proprietario del DiPalo’s Fine Foods a Little Italy, e Louis Coluccio Jr. della Coluccio & Son di Brooklyn, due dei più noti rivenditori di specialità italiane a New York.

    Ad intervistarli Michele Scicolone, Food Editor e Blogger di i-Italy e autrice di numerosi libri di gastronomia di successo. L’ultimo è The Italian Slow Cooker, bestseller da settimane. Ha curato tra l’altro la settantacinquesima edizione del Joy of cooking, tra i manuali di cucina più venduti in America.

    L’incontro, volto ad informare il pubblico americano sulla cucina, ma soprattutto sull’autenticità dei prodotti italiani in vendita nella Grande Mela, è stato contornato da un succulento e ricco buffet allestito meticolosamente dagli organizzatori.

     La Scicolone, che negli ultimi anni si è concentrata molto sulle abitudini sbagliate dei consumatori americani e il gusto del mangiare sano e slow, rifuggendo dai fast food,  ha fatto da moderatrice alla partecipata discussione,  rispondendo alle domande dei presenti ed interloquendo con i due invitati, esperti del settore alimentare e particolarmente preparati sulla provenienza dei prodotti made in Italy.

    “Quando parlo di slow food, faccio riferimento alla giusta importanza da dare all’alimentazione, al piacere legato al cibo, imparando a godere delle ricette e della diversità dei sapori” ha detto la scrittrice. L’iniziativa rientra in un ciclo più ampio di seminari aventi come tema principale quello di salvaguardare la tradizione gastronomica italiana in America, salvarla dal suo successo che ha inevitabilmente condotto ad un incremento delle contraffazioni. Il fenomeno è infatti in costante aumento e sono molti i furbi che  cercano di speculare sulla notorietà di un mito ormai consolidato.

    “Acquistiamo i nostri prodotti direttamente in Italia” ha detto Lou Di Palo “ per poter offrire una garanzia ai nostri clienti”. La maggior parte della merce distribuita da i due negozianti è d’importazione, ed  è ovviamente soggetta  a molteplici controlli di qualità prima di essere messa sul mercato. L’unica eccezione è costituita dalla mozzarella di bufala, realizzata direttamente in loco con una tecnica tramandata di generazione in generazione. Il gustoso formaggio da tavola, tipico della regione Campania, viene impastato e filato dai collaboratori di Lou Di Palo, che utilizzano esclusivamente latte di bufala.

    Tuttavia è impossibile mantenere la denominazione originale ‘mozzarella di bufala campana’, provenendo il latte da altri allevamenti.

    E forse il prodotto finale non avrà il colore perlaceo classico o la superficie liscia e lucente dei famosi ‘bocconcini’, ma il gusto è simile: dolce sulla punta della lingua, salato e leggermente acidulo ai bordi. 

    “Riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici è di fondamentale importanza” ha aggiunto la Scicolone. Secondo l’esperta di gastronomia, l’educazione al gusto può diventare un ottimo sistema di difesa contro frodi, cattiva qualità e omologazione.

    Biodiversità e sovranità alimentare le parole d’ordine quindi, nell’ambito di un discorso ampio che ha ripercorso tutti i passaggi della produzione; dalla raccolta dei pomodori San Marzano nei campi, all’intermediazione dei grossisti, sino all’ultima tappa nella bottega del commerciante.

    Raggiunto sicuramente l’obbiettivo principale dell’incontro, promosso fortemente dal GRI, associazione no-profit fondata nel 1979 e costituita dai più grandi ristoratori italiani presenti sul territorio americano: diffondere la conoscenza dell’autentica e raffinata cucina italiana mediante visibilità e credibilità.

    La veridicità delle affermazioni è assicurata dalla qualità dei cibi venduti e dal costante flusso d’informazioni che accompagna il prodotto all’atto dell’acquisto.

    In questo caso la platea curiosa e avida di conoscenza, si è dovuta accontentare di piccoli assaggi delle deliziose pietanze, dell’intervista fiume e delle risposte alle  numerose domande poste in sala. “ Come si conserva la mozzarella di bufala?” “Come cucinare la pasta al nero di seppia?” alcuni degli interrogativi.

    Ed è sulla pizza, il piatto italiano più conosciuto e apprezzato a livello internazionale, che si è acceso il dibattito. Quando qualcuno ha chiesto ingenuamente “ che differenza intercorre tra il formaggio usato per la pizza a 99 centesimi e la mozzarella comune”, un polverone si è alzato tra la folla. “ La mozzarella non si scioglie completamente e non assume una forma omogenea, come il formaggio solitamente usato in America. Il formaggio non può essere considerato un ingrediente sostitutivo” ha detto quasi sdegnato Louis Coluccio.

  • ANIMA’LS. Viaggio nell’inconscio, tra culture ancestrali e messaggi futuristici

    Gigantografie di uomini adornate con ossa di animali e fiere dalle sembianze umane. Rappresentazioni zoomorfe dai tratti elementari, quasi primordiali, evocanti inquietitudini sopite e suggestioni dell’infanzia. Quando ci ha aperto le porte del suo loft  newyorkese in Canal Street  era un po' agitato.

    Andrea Bezziccheri, in arte Franco Losvizzero,  con la maglietta ancora sporca di vernice e visibilmente emozionato ha descritto le sue opere,  fissate alle pareti imbiancate di recente, pronte per l’inaugurazione della mostra. Anima'LS è stata aperta al pubblico il 4 Maggio, nel cuore di Soho il noto quartiere di Manhattan, dove resterà per un mese.
     

    L’edificio, completamente nuovo e diviso in tre piani, di cui solo uno allestito per l’evento, è diventato presto il laboratorio in cui Losvizzero ha concepito molti dei suoi dipinti. Secchi di vernice e tele sporche di colore infatti, ricoprono il pavimento del pian terreno, accentuando l’atmosfera bohemienne che pervade tutte le stanze.

    Si tratta della prima esposizione americana per l’artista romano trentasettenne, che riproducendo uomini e animali in varie forme, s’identifica con la generazione pop surrealista del panorama artistico contemporaneo.
     

    “Il disegno e la pittura sono la base della mia ricerca, questo è il motivo per cui, dalla scultura e le istallazioni meccaniche delle mostre precedenti ho preferito tornare ai pennelli” ha spiegato Andrea.  La raffigurazione su tela quindi, il mezzo principale di espressione su cui si è concentrato stavolta, senza però abbandonare del tutto le applicazioni in materiali plastici cerosi o realmente organici.

    I numerosi soggiorni negli Stati Uniti, mentre approfondiva gli studi accademici alla Thames Valley University di Londra, lo hanno sicuramente ispirato, contribuendo a dare una svolta significativa al suo lavoro. In particolar modo l’analisi delle opere di Bruce Nauman e degli autori pop americani, lo ha condotto per le strade dell’inconscio umano, spingendolo ad indagare anche nel proprio.

    Partire da sé per trasformarsi in qualcos’altro, proiettarsi nella realtà per poi uscirne e creare mediante immagini e suoni, un universo parallelo, spesso onirico. “Ogni volta cerco di abbandonare il perfezionismo e le tecniche apprese in accademia, lasciando spazio al lato infantile e animale che è in me. Il mito degli angeli, dei demoni e delle belve feroci riporta a culti ancestrali, che da sempre mi affascinano” ci ha raccontato Franco indicando uno dei suoi ritratti.

    Girando per le sale ampie e luminose, abbiamo così scoperto insieme il bambino che emerge evidente in tutte le sue manifestazioni: la paura, la curiosità verso il sesso, le figure materna e paterna. Ma Losvizzero è un vero e proprio esteta, e in quanto tale tra le sue passioni, rientrano lo spettacolo e la regia, chiave del suo successo in Italia. Ha così scelto di sdoppiarsi, cercando un nome in cui potersi riconoscere simbolicamente e capace di renderlo individuabile in campo artistico.
    “Ho optato per Franco Losvizzero perchè il riferimento alla moneta è semplice da ricordare, ma soprattutto perchè solitamente firmo i miei quadri con la doppia zeta” ha detto ironicamente.

    Avere uno pseudonimo aiuta Bezziccheri a separare la carriera cinematografica da quella artistica. Nel Bel Paese si è infatti affermato con il lungometraggio N.Variazioni, con Violante Placido, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2009. “Tra i registi che maggiormente ammiro non potrei non menzionare David Linch. Regista, sceneggiatore nonchè pittore e musicista, ha realizzato uno stile narrativo e visivo senza eguali, diventando in assoluto un modello di riferimento per chiunque abbia uno spirito creativo” ha detto il giovane surrealista.

    Un po' di Linch c’è anche in Anima’Ls, titolo che vuole riprendere i temi della mostra newyorkese ma anche alludere al cognome fittizio dell’autore (Ls: Losvizzero). Il salone espositivo aperto in 34 Green street,  è stato ideato e progettato in seguito ai numerosi consensi ricevuti per il precedente Apocalypse Wow, allestimento curato da Julie Kloger lo scorso inverno presso il Museo di arte contemporanea Macro di Roma.

    Tuttavia questa volta Losvizzero ha preferito lasciare a casa robot interattivi e sculture meccaniche, grazie ai quali si era distinto in passato, ottenendo la candidatura per il premio Celeste, il concorso per la promozione dell’ arte contemporanea in Italia.
    Resta soltanto qualche sporadico richiamo alle lady rabbit , manichini dalle sembianze femminili e la testa del roditore, un elemento che sembra piacere molto all’artista. “ Il coniglio rappresenta la figura guida nel mio mondo onirico, così come il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie. Inoltre altri grandi della pittura, compresi nomi autorevoli quali Picasso e Dalì, hanno estrapolato componenti naturali associandole all’universo umano” ha  aggiunto orgoglioso Bezziccheri.       
     

    Anima'LS
    Curata da Julie Kloger
    4 Maggio - 4 Giugno
    34 Greene St., Soho, Manhattan
    ore: 18-21
    Contatti: andreaz@sorgente-usa.com
         www.34greenestreet.com

  • Sustainable Ideas in the Post-Copenhagen Era

    Riccardo Lattanzi, Giorgio Einaudi, Tony Volpe and Federico Casalegno. Casa Italiana Zerilli-Marimò at NYU had the honor of hosting these four Italian scientists, who converged in the Big Apple to discuss about energy and the environment.

    The seminar, introduced by Einaudi, president of ISSNAF (the Italian Scientist and Scholars in North America Foundation), was part of a cycle of encounters set to explain the environmental problems linked with the Copenhagen conference and the existing projects with the objective of creating clean energy.

    To achieve the goal set during the negotiations which took place in the Danish capital, the reduction of 20% of carbon dioxide emissions by 2020, a technologic adjustment is necessary which could involve very high costs. The road map laid down last December during the conference on climate change is hard to achieve and the attempt to impose a common limit on emissions in every country has already failed miserably.

    The commitments made by the European Union, aiming for at least a 20% reduction on green-house gasses, possibly 30% in some countries, differ from the blander promises of the usual three outsiders, United States, India and China. While the latter two emerging economies preferred to not express themselves in regards to the first objective, the former decided on a minimum value of 17%.

    “New technologies at competitive prices would certainly favor more investments in a rich country with a high propensity towards purchases like America”, declared Tony Volpe, Enel responsible for renewable resources in the United States. According to the numbers related during the conference, in spite of the missing signature to the Kyoto agreement and the reluctant attitude to compromise shown in Copenhagen, the States in 2006 invested four times more in clean energy than the European Union. Even the Obama administration seems to be moving in this direction; this is demonstrated by innovative projects by Enel and MET, the Mobile Experience Laboratory of MIT, represented on this occasion by Federico Casalegno, present in at least twenty states.

    “The European commissioner for climate, Connie Hedegaard, quantifying expenses for the measures taken in the UE during the last two years, spoke about a total investment of 70 Billion Euros, a number largely inferior to what was spent in the US during the same period of time” underlined Casalegno.

    The graphs, projected in the auditorium of Casa Italiana, clearly showed how the use of nuclear energy cannot reduce emissions by more than 6%, and for this reason connectivity, mobility and sustainability are the key words, upon which “developed” countries like Italy and the United States should focus their attention: “to increase the future generations in an eco-compatible system must become our objective”, explained the experts. For this reason the members of the research group Smart Cities are coming up with new methods to change the lifestyle in urban areas from the roots, through new sustainable technologies in the digital era. The group, specialized in the management of metropolitan development and growth, explores the sectors of transit, communication and infrastructures.

    MIT and Smart Cities Group are working together at the development of future scenarios, designing new instruments which will be useful and have an original design. Green Wheel, for example, is a bike with a multi-functional satellite navigator, run by the energy produced by pedaling. It will be possible to estimate the air pollution levels and, thanks to sensors connected to a server, communicate with other vehicles around town or receive any kind of notices: all with the force of your feet!

     

  • Webster Hall. Jovanotti & una studentessa della Scuola d'Italia

    Sold out sabato sera al leggendario Webster Hall di New York , per Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti. Una serata indimenticabile per chi è riuscito ad entrare come Isabella, una delle due vincitrici della competizione indetta da I-Italy per le domande/riflessioni più originali relative al rapper amatissimo e conosciuto sia in Italia che all’estero.

    L’abbiamo seguita da vicino, per raccontare l’entusiasmo che l’ha portata a questo concerto.  Il concorso diretto a partecipanti di tutte le età, le ha offerto una possibilità che difficilmente potrà ripetersi in futuro: entrare gratuitamente al Webster Hall, luogo di ritrovo del jet set americano, e assistere dall’area vip al concerto del proprio idolo.  E va subito detto, non solo lei, tutti i presenti ricorderanno questa serata per molto tempo.

    In tour dal 22 aprile negli States, Lorenzo ha fatto tappa nella Grande Mela, infiammando gli animi del suo pubblico con i suoi ritmi cadenzati, un pò funk, un pò tribali.

    Accompagnato da musicisti d’eccezione quali, Saturnino, Riccardo Onori, Gil Olivera, Kristos Rafaelidis ,Charles Blenzing, Gilamr Gomes, Meia Noite, l’artista ha deciso di ri portare la sua musica oltreoceano dopo il lungo soggiorno la scorsa estate, in un percorso breve ma intenso, da Washington a Chicago.

    Con un mix di sonorità dub, jazz e afro-beat, un Lorenzo sfrenato, più in forma che mai, ha fatto ballare quasi tutti.

    Il Webster Hall costruito nel 1886 sin da subito si è qualificato tra i locali più in del paese. Nel corso degli anni vi hanno suonato svariate tipologie di artisti, dai Linkin Park e i Green day a Madonna e Lady Gaga.

    La location non è stata scelta a caso, per il cantautore toscano che si esibisce esclusivamente in sale storiche del rock metropolitano, celebri per aver ospitato grandi nomi del panorama musicale internazionale.

    Dopo New York la tournè proseguirà sui palchi di Philadelphia, Boston, Montreal e Toronto, un breve giro dunque, con il quale Jova Cherubini, si propone però di sorprendere anche i più scettici e creare un passaparola per il nuovo album, in uscita nel 2011.

    Per Isabella Jovanotti, inutile dirlo, è già un mito. E’ stato il desiderio espresso dall’adolescente alla redazione I-Italy, di vederlo dal vivo con i compagni di classe ospite della sua sua scuola, a vincere.

    Ci ha colpito il suo sogno di condividere la presenza di un cantante di lingua italiana  in un contesto particolare come quello dove studia.

    La Scuola d’Italia Guglielmo Marconi è infatti l’unica scuola perfettamente bilingue riconosciuta dallo Stato italiano.

    Con la madre la giovanissima Simona, ha varcato emozionata la soglia illuminata dello storico locale per due ore piene, vivaci e cariche di entusiasmo, incorniciate dagli straordinari assoli al basso di Saturnino e dalle percussioni latineggianti di Gil Oliveira.

    Nonostante il mutare delle mode e i periodi di minore notorietà che ha dovuto attraversare nel corso della sua carriera, Lorenzo continua ad attrarre milioni di fan anche tra le nuove generazioni, restando attuale, senza mai scadere in anacronismi.

    L’artista ha deciso di affrontare questa nuova avventura musicale, con improvvisazione, musica e parole, unicamente italiane.  Per la nostra piccola vincitrice l'idea di portare a cantare dentro la sua scuola ha un significato importante. Vuol dire per le far conoscere ai suoi coetanei, anche non italiani, non solo il suo idolo ma anche la sua lingua, i testi italiani che accompagnano musicalità anche vicine a quelle americane.

    E la giovane fan ha sicuramente colto una chiave del successo di Jovanotti, proponibile anche a stranieri, il modo di “cantare italiano”, semplice ma irripetibile.

    Vario il repertorio portato sotto i riflettori del Webster Hall; l’ormai quarantatrenne ha proposto e reinterpretato brani tratti da album vecchi e nuovi, emozionando e coinvolgendo i presenti di tutte le età, incitati a cantare e ballare.

    Una vera “tribù che ballava”, come il titolo di una delle sue canzoni! Immancabili classici come Penso positivo, Serenata rap, Non m’annoio, Piove, L’ombelico del mondo, Bella ma anche più recenti tra cui Tanto, Baciami ancora e Dove ho visto te .

    Una sorta di “lunedì di vacanza dopo un anno di lavoro” per usare le sue parole, questa esibizione per gli italiani emigrati a New York, ma che negli ultimi anni hanno continuato a seguirlo da lontano. Sebbene l’artista, nell’esportare il Made in Italy, abbia scommesso sul fatto di poter suscitare nuove emozioni e attirare giovani adepti, è indubbio che possa ancora fare affidamento s’un ampio gruppo di vecchi appassionati che ogni volta lo accoglie con calore ed affetto.

     Il concerto si è concluso con una dedica alla moglie e alla figlia, osservatrici silenziose dal privè del teatro. L’eterno ragazzino che pensa positivo e non si annoia mai, menziona spesso le sue “donne”nelle canzoni e non perde occasione di farlo anche quando lavora in pubblico.

    Isabella e la madre invece, dopo aver speso tutte le proprie energie in salti e canti, hanno lasciato il Webster Hall stanche, ma con il sorriso sulle labbra e un po’ di nostalgia nel cuore. I genitori della giovane vincitrice hanno lasciato l’Italia quasi due anni fa per motivi di lavoro e sebbene New York sia una città che abbia molto da offrire, il ricordo del Bel Paese affiora malinconico.

    “New York non finisce mai di sorprendere, ma essere stati qui questa sera ha avuto un significato simbolico: trasmettere a nostra figlia un po’ di sana italianità, mediante la cultura musicale che più si avvicina alla sua generazione” ha ammesso soddisfatta Simona, a margine dell’evento. E per Isabella ancora il sogno, dopo questa serata speciale, quello di portare il suo idolo tra i suoi compagni e maestri, sentirlo cantare e parlare nella grande palestra-teatro della sua scuola.

    Tornate su i-Italy. Presto vi racconteremo la storia del rapporto con Jovanotti dell'altra vincitrice del contest, Carolina Gengo Di Domenico.

  • Dietro le quinte del "Ciack si gira"

    Da Nicole Kidman a Robert De Niro, da Morgan Freeman a Leonardo di Caprio, Manlio Rocchetti ne ha viste e ne ha fatte di tutti i colori. Ma sarebbe proprio il caso di dire “li ha fatti di tutti i colori”, essendo stato definito per Driving Miss Daisy, film che nell’89 gli ha regalato l’ Oscar, l’alchimista del trucco cinematografico.

    Con un pennello in mano, un pò di cipria sapientemente dosata, una matita, del mascara, una

    parrucca e tanta pazienza,  Mister Rocchetti trasforma l’attore nel personaggio, rendendo  realtà la finzione del set. Il professionista del make up  è però solo uno dei protagonisti della mostra itinerante Make me up a star , organizzata dalla Fondazione “Dress in Dreams Movie & Costume” di Elisabetta Cantone e Francesca Silvestri. In esposizione anche le opere di  Vittorio Sodano, Fabrizio Sforza, Francesco Freda, altre colonne portanti del cinema internazionale, che rendono possibile il “Ciack si gira”  lavorando dietro le quinte.

    L’Istituto Italiano di Cultura di New York ha inaugurato l’esibizione dedicata al make up made in Italy,  che dopo Roma e Los Angeles,  è approdata nella Grande mela in occasione del Tribeca film festival dove resterà fino al 5 maggio,  a due passi dal Metropolitan museum.
    La manifestazione,  nata nel 2002 per iniziativa di Robert De Niro e Jane Roshental,  prevede competizioni relative a narrativa,  documentari,  cortometraggi,  classici del cinema restaurati e una vasta gamma di film indipendenti.  Quale miglior occasione quindi,  per rivelare alcuni dei segreti di questo mondo affascinante e di un lavoro che potrebbe essere riconosciuto come una vera e propria forma d’arte. 

    Registi italiani quali De Sica,  Fellini, Tornatore, Pasolini e Muccino hanno reso grande il cinema italiano, ma non si può non attribuire parte del merito alle eccezionali capacità di costumisti, truccatori e parrucchieri che combinando creatività e conoscenze tecniche hanno ottimizzato le pellicole, tramutandole in capolavori.

    La magistrale interpretazione di Toni Servillo nel Divo, il lungometraggio di Paolo Sorrentino sulla vita di  Giulio Andreotti, sarebbe stata vana senza l’apporto di Vittorio Sodano, premio Oscar nella categoria miglior trucco. Si è trattato della prima nomination in assoluto conferita dall’ Accademy of Motion Pictures Arts ad un artista italiano del make up per un film interamente italiano.

    “Pasolini teorizzava un linguaggio unico per tutte le arti, sostenendo che arte e vita vanno sempre insieme, l’una è il compimento dell’altra” ha detto Rocchetti intervistato da Andrea Visconti, giornalista dell’Espresso, durante la conferenza stampa all’Istituto Italiano.

    L’esperto di make up, nonché professore all’Accademia del cinema di Bologna, ripercorrendo con i presenti i suoi quarant’anni di carriera, ha svelato alcune chicche riguardanti star del cinema Hollywoodiano. “Robert de Niro preferisce un trattamento lento e rilassante. L’ultima volta abbiamo impiegato cinque ore. Lui nel frattempo si è addormentato. Altri pretendono invece che faccia tutto in un’ora” ha raccontato ironico.

    Rocchetti ha sottolineato che i problemi del mestiere sono spesso legati al carattere degli attori e alle esigenze dei registi. “ Il tempo impiegato dipende anche dalle richieste della regia. Nel Nome della Rosa per esempio il trucco era semplice e molto naturale. Inoltre il make up cinematografico è senza dubbio più impegnativo e richiede maggior attenzione rispetto a quello televisivo” ha dichiarato in un inglese dall’accento marcatamente italiano, che non ha mai avuto intenzione di migliorare.  Visconti, entrato nella parte, non ha mostrato esitazioni nell’indagare sulla vita del mago degli effetti speciali , riuscendo a trattenere ed incuriosire per circa due ore il pubblico del 686 di Park Avenue. Alla domanda “Perché la maggior parte dei truccatori sono uomini?” Rocchetti ha risposto invece ridendo: “di solito gli uomini sono addetti al make up, le donne alle acconciature, ma non esiste una regola generale. Io stesso mi sono occupato di parrucche e tra gli studenti del mio corso ci sono molte ragazze”.  

    Sergio Leone, Brian De Palma, Federico Fellini, Pierpaolo Pasolini e Martin Scorsese sono solo alcuni dei registi con i quali Manlio ha collaborato.  Tuttavia è innegabile che con  l’autore di Gangster of New York e del recentissimo thriller psicologico Shutter Island, entrambi successi incontestabili che hanno visto un Leonardo Di Caprio brillante ed in piena forma, si sia creato un rapporto più stretto e confidenziale,  oltre che di stima reciproca. E che la stima sia reciproca  lo si evince anche dal fatto che il film preferito di Rocchetti sia C’era una volta in America.  Il team del trucco prende sempre  le direttive dal regista, quindi che intercorrano buoni rapporti è un fattore indispensabile.  Lo stesso Martin dichiarò in una recente intervista che dopo L’ultima tentazione di Cristo e The Aviator,  non avrebbe potuto che scegliere Rocchetti. 

    Interpellato dal giornalista sui cineasta italiani,  l’artista ha invece menzionato Ettore Scola.     “ Tra i registi italiani è senz’altro quello che ammiro di più. Peccato che esclusi Castellitto e Sergio Rubini,  gli attori bravi scarseggino.” 

    Patrocinata dal Consolato generale di New York e dalla Camera di commercio di Roma,  la galleria nella mente delle sue ideatrici,  sarà un tributo più che un vero e proprio strumento di conoscenza,  essendo quella del make up una professione ormai celebrata e studiata in tutto il mondo.  “ Abbiamo deciso di fare un omaggio ai re del trucco c’è ma non si vede,  in modo particolare a Fabrizio Sforza,  recentemente scomparso”  ha detto Elisabetta Cantone ricordando la destrezza e la manualità del fuoriclasse dell’Ultimo Imperatore.

  • Suggestioni in musica e poesia all'IIC di NY

    “Chi viaggia e vaga resta condannato a ripetersi immobile.Quanti mai anni, per scoprire il nome del fiume che c’intorbida e ci porta....” Cosi’ Paolo Valesio ha descritto la vita, rivolgendosi al pubblico dell’Istituto Italiano di Cultura.

    L’accostamento tra vita e viaggio tocca i presenti, in molti figli o nipoti di emigranti: si commuovono  pensando a nonni e bisnonni approdati in questa terra in cerca di lavoro, senza però dimenticare le proprie radici.

    In un clima disteso, fatto di suoni e di memoria, Paolo Valesio, Dario Savron, Silvia Gianpaola,  Davide Rondoni, Steve Beck e Alex Lipowski, hanno espresso in versi e musica le note di un tempo lontano.

      In Suggestioni, uno spettacolo innovativo che si proponeva d’indagare sull’interazione tra musica e parole, la poesia, diviene più di un’arte, l’utilizzo delle parole ed il loro suono per trasmettere un messaggio; il significato semantico dei vocaboli ed il ritmo cadenzato si fondono con le emozioni generate dalla musica, evocando emozioni e divenendo uno strumento di comunicazione senza eguali. E poichè è estremamente difficile tradurre una poesia in una lingua diversa dall’originale, lasciandone intatta la melodia, gli ascoltatori americani hanno dovuto prestare orecchio ad una lettura tutta italiana, avvalendosi soltanto del testo cartaceo tradotto.

    Donne, giovani ed anziani di diverse nazionalità, si sono ritrovati nella stessa stanza per condividere un’esperienza suggestiva, per ascoltare le emozioni di autori, musicisti ed interpreti in una sequenza scenografica d’incontri.  L’Istituto italiano ha deciso quindi di spogliarsi per un giorno del suo rango istituzionale per promuovere l’identità culturale in modo diverso, con un’ iniziativa originale, volta ad esaltare affinità e differenze tra due popoli apparentemente tanto lontani ma altrettanto vicini.

    L’evento ha rappresentato la serata conclusiva di un Festival sulla musica e la poesia italiana promosso dall’Istituto di cultura di New York, dal Consolato generale italiano di Boston e dalla Commissione per la cultura italiana Lauro de Bosis di Harvard.

    Una tre giorni svoltasi tra Boston e New York, che ha riunito compositori e poeti di diverse generazioni allo scopo d’istaurare un dialogo ed eventualmente cambiare i propri punti di vista in merito ai concetti di musica e di linguistica. Nel cuore della manifestazione, musicisti d’eccellenza hanno offerto il proprio contributo facendo risuonare le note di pianoforte, marimba e percussioni sulle pareti della sala austera dei ricevimenti.

    Dario Savron per esempio, professore al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e al Benedetto Marcello di Venezia , è specializzato in percussioni e si è esibito spesso in Italia, vincendo numerosi premi.  Il tocco delicato delle bacchette sulle barre di legno e metallo del suo xilofono, disposte a tastiera come in un pianoforte, riproduceva un suono secco e legnoso ma molto limpido, in grado di far dimenticare agli spettatori il luogo in cui si trovavano e addolcire l‘ atmosfera.  In quest’occasione il maestro ha preferito non essere accompagnato da altri strumenti, usando insolitamente in assolo la marimba, nome diffusosi esclusivamente in America. Tra “glissando e note ribattute”  Savron alternava suoni gutturali, tonalità talvolta alte, talvolta più profonde e strozzate, creando suspance e attirando brillantemente l’attenzione del pubblico. Un suono alternativo, mistico, fatto per sorprendere e rapire.

    Davide Rondoni e Paolo Valesio, due volti noti del panorama letterario italiano, hanno invece regalato minuti di grande intensità con  poesie cariche di tensione emotiva, come Passeggeri e Visione dei miei figli.
    “..Bruciano sull’asfalto bagnato di pioggia le lame della notte, i cavalli di luce che fuggono, le danno un manto di fiamme, regina è così magra, sola ” recita una strofa di Spanish Harlem, tratta da Passeggeri .
    Qui la libertà è sempre in gioco, la poesia stessa appare come aria rubata. “Il mondo è una farsa o è un’avventura di significato?” il filo conduttore di tutte le opere di Davide Rondoni, che in uno dei sue saggi, La poesia non è un pettegolezzo, riflette su cosa spinge un poeta a giustificare le sue scelte metrico stilistiche.

    Mentre le parole si susseguivano in un crescendo costante, i pensieri sfuggivano al controllo,  dirigendosi nei meandri più lontani della mente e risvegliando vecchi ricordi.

    Valesio, critico letterario, poeta e narratore, è originario di Bologna ma si trasferì presto negli Stati Uniti per completare gli studi. Oggi insegna Letteratura Italiana alla  Columbia University di New York, dove ha fondato il giornale che dirige tuttora: Italian Poetry Review.
    Il suo obiettivo è da sempre stabilire un dialogo tra lettori specialisti e non specilaisti di poesia, interagendo con altri linguaggi artistici sia fuori, sia all’interno dell’Italia. Oltre a numerosissimi saggi, articoli, racconti e poesie sparse, il docente ha scritto diciasette libri di poesia, due romanzi, una raccolta di racconti e cinque libri di critica.

    Tra le sue pubblicazioni piu’ note, sia in campo scentifico sia in campo artistico, ci sono Novantiqua (University of indiana press 1981), Prose in poesia (Guanda 1981) ed il romanzo pubblicato da Editori Riuniti nel 1978, L’ospedale di Manhattan. Quest’ultimo, ambientato in una New York feroce e glaciale, è la sintesi delle contraddizioni e dei problemi dell’uomo contemporaneo a cui Valesio fa frequentemente riferimento nelle proprie opere, esprimendo talvolta il tormento di un uomo diviso tra due mondi, tra individualismo e fratellanza, tra normalità e diversità. 

    Anche Silvia Gianpaola, organizzatrice e promotrice dell’iniziativa insieme a Gabriele Vanonip.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0in 0in 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }—compositore italiano e PhD Candidate alla Harvard Universtyp.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0in 0in 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1—ha partecipato alla lettura.
     di alcuni versi scelti nel variegato repertorio di Giorgio Caproni, spesso velato da una malinconia latente : “ Apparivano tutti in trasparenza, tutti in anima. Tutti nell’imprendibile essenza dell’ombra. Ma vivi”.
    E proprio così che il pubblico poteva essere descritto quella sera. Assorto nella penombra, ma più vivo che mai.

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