Una storia così fa bene. Narra di un giovane attore cresciuto tra Italia, Francia e Stati Uniti, che si è formato alla Sorbona di Parigi, al Williamstown Theatre Festival, all'American Conservatory Theatre di San Francisco e all'American Academy of Dramatic Arts di New York City.
Jacopo Rampini, cittadino del mondo, attore nel mondo, che come tutti ha vissuto i contraccolpi di questa pandemia nella vita personale come nel lavoro, oggi ci racconta come, dopo un periodo di resilienza, stia ottenendo grandi soddisfazioni. E' una storia eccellente, ma al tempo stesso così normale.
Comincia tutto nel febbraio del 2020, in quei giorni negli USA si era ancora poco consapevoli del pericolo Covid 19.
“Sì, infatti. Nel febbraio del 2020, prima che si sapesse che il virus stava per alterare drasticamente le nostre vite, ero stato preso per la nuova serie di Ryan Murphy (American Horror Story, Glee, Ratched, etc..) intitolata Halston sullo stilista americano degli anni 70. Ai primi di marzo, a qualche settimana dall'inizio delle riprese, mi arrivò una mail dalla produzione per segnalare che le riprese sarebbero slittate di due settimane per misure di sicurezza. Due settimane dopo, il 15 marzo, tutti gli USA sono andati in lockdown e la produzione ci ha scritto che era tutto bloccato "until further notice".
“Fino a nuovo avviso” comincia un periodo di grande insicurezza...
È stato tutto fermo per sei mesi. Nessuna produzione ha potuto riprendere fino a settembre. È stato un periodo difficile, pieno di incertezze e paure sul futuro. Ma sono stato fortunato perché ad ottobre la produzione mi ha ricontattato confermando la mia parte nella serie tv in cui ho due scene con Ewan McGregor….
Un periodo difficile e complesso negli Usa, quello da marzo fino a settembre.
“All'inizio, quando vedevamo i numeri italiani, non pensavamo che la situazione sarebbe degenerata anche qui. Sentivo i racconti di amici dall'italia che mi descrivevano il primo lockdown e facevo fatica a credere. Però da un lato è stato come un avvertimento, un presagio su come sarebbe andata anche per noi a New York.
Gli attori in America hanno avuto gli stessi problemi come tutti nel mondo?
Gli attori in America hanno avuto forse ancora più difficoltà a riprendere a lavorare per via del fatto che SAG-AFTRA la Union degli attori di film e tv ha dovuto istituire regole molto rigide per il ritorno sui set nel rispetto delle regole sanitarie stabilite dalla CDC. In italia queste Union non esistono e quindi i miei colleghi italiani sono tornati al lavoro prima di noi.
Ora sei l'unico italiano-americano da New York con un ruolo ricorrente nella produzione italiana in collaborazione con la Bron americana che troverà la distribuzione sul mercato internazionale. Come è andata?
Di questa serie Spaghetti Western posso rivelare ancora poco perché siamo ancora in produzione. Sì, è nata ben prima del lockdown da un giovane regista italiano/sardo di grande talento Mauro Aragoni ed è stata sviluppata come un serie tv internazionale con partner europei e Americani. Una volta che la produzione sará finita, verrà proposta ai vari Network internazionali Netflix, Amazon, HBO per la distribuzione. È bello vedere talenti italiani portati all'estero. Credo ci sia molto potenziale tra giovani registi Italiani.
Raccontaci di più di questa produzione. Il tuo ruolo?
Questa serie tv è girata in Italia (Puglia) e in Spagna (Almeria) dove si trova il famoso set "Mini Hollywood" che fu usato da Sergio Leone per il Buono il Brutto e il Cattivo e Indiana Jones. Gli attori sono quasi tutti britannici o madrelingua inglesi perchè la serie è tutta recitata in americano. È uno spaghetti western "steampunk" distopico e con spunti alla Tarantino. Io interpreto la parte di un "deputy sheriff", cioè il braccio destro dello sceriffo.
Sembra un’esperienza incredibile per un giovane attore della tua generazione!
Lavorare in un western è davvero un sogno, i set, i costumi, il trucco, creano un mondo davvero unico ed affascinante. E poi si spara con la pistola, si va a cavallo...
C’è un altro tuo lavoro andato in porto da poco. Uscirà presto anche la nuova serie di Ryan Murphy per Netflix con protagonista Ewan McGregor, dove hai un ruolo. Di cosa si tratta?
Ho un piccolo ruolo nella nuova serie Netflix di Ryan Murphy che uscirá il 14 Maggio. Anche questo è stato un progetto fantastico. Tutto girato a New York durante un periodo difficile per la città, racconta la storia di Halston, il famoso stilista americano che disegnò il celebre cappello di Jaqueline Kennedy e frequentava la discoteca Studio 54 con la sua migliore amica Liza Minelli. le mie due piccole scene (le altre sono state tagliate per cause COVID) sono entrambe con Ewan McGregor, un attore e uomo estremamente generoso e cordiale da cui ho imparato tanto sul set.
Dunque non ti sei fermato neanche in piena pandemia. Cosa vuol dire lavorare in un set in un momento così? Ci racconti?
Un'esperienza davvero surreale. Tamponi per la prova costumi, e due tamponi al giorno per ogni giorno che si lavora sul set. Mascherine e face shields che vanno tenute sul volto tutto il giorno, perfino durante le prove con gli attori. Si fa fatica ad udire le indicazioni del regista e le battute degli altri attori, e si distinguono con difficoltá i loro volti. L'unica cosa bella, al momento della ripresa, cadono tutte la machere e ci si guarda in faccia per la prima volta. C'è qualcosa di magico nello scoprire per la prima volta il volto di una persona, soprattutto quando si tratta di Ewan McGregor
Finalmente ora si vive una nuova l'energia a New York grazie a vaccini...
New York sta rinascendo. È una sensazione commovente, soprattutto per quelli come me che sono rimasti chiusi in città per tredici mesi! Ormai quando chiedo in giro sento che quasi tutti sono vaccinati, io incuso. Con l'arrivo della primavera, gli alberi in fiore e la vaccinazione di massa si respira veramente un'aria di ottimismo e euforia.
Insomma vivi in prima persona segnali di ripartenza dopo un periodo di dura resilienza. Hai consigli per giovani come te che magari sono in difficoltà?
Sembra un cliché, ma è nei periodi più difficili che si cresce di più. Durante i mesi di "lockdown" a New York sono stato senza lavoro per molti mesi ed ero disperato. Ho deciso che l'unico modo di sopravvivere era di rimettermi a studiare e sono tornato a scuola di recitazione via Zoom. Ogni giorno facevo una lezione per rimanere in forma, per non perdere tutto quello che ha cui ho lavorato negli ultimi 10 anni. Quando finalmente le produzioni sono ripartite a settembre e sono cominciati ad arrivare provini era da mesi che mi allenavo, ero pronto.
Non ho mai smesso di crederci, forse questa è stata la mia forza e la mia fortuna. Ora sto lavorando tanto, più che mai consapevole di quando questo sia un privilegio.