Articles by: Simona florio & francesca di folco

  • Da sinistra Guido Morisi, Ass. Albergatori Bologna; Flavio Tuzet, sindaco di Cento; Francesco Maria Talo', Console Generale a NY; Renato Miracco, Direttore dell'Istituto di Cultura NY
    Art & Culture

    Works of Beloved Painter "il Guercino" Come to the U.S. for the First Time

    On the heels of the Metropolitan’s success with Giorgio Morandi, comes an exhibit dedicated to another Emilian artist, Giovanni Francesco Barbieri, better known as “il Guercino”. The nickname, which in Italian means “squinter”, was given to Barbieri because he was cross-eyed.

    Present at the Italian Cultural Institute's opening were the Director of the Institute, Renato Miracco; Consul General Francesco Maria Talò; Director of the Associazione Albergatori di Bologna, Guido Morisi; Flavio Tuzet, mayor of Cento, the village between Bologna and Ferrara where il Guercino was born;  Bologna Councilor for Tourism, Miriam d’Andrea;  and Mons. Celestino Migliore, Nunzio Apostolico Osservatore Permanente alle Nazioni Unite.

     
     

    In the exhibition hall there was a palpable sense of curiosity from American guests. They lingered in front of the canvasses, rapt in thought, often asking questions of the curators. The Guercino exhibit is a gift to New York from the city of Bologna, which is working to promote the painter, beloved in Italy for centuries but still relatively unknown Stateside or on the international scene. This New York tribute to the artist takes off on the anniversary of his birth, February 2nd, 1591. Renato Miracco remarked, “il Guercino knew how to represent an alternative current to the Baroque movement, displaying a typically Emilian sensibility, characterized by an exaltation of the simplest things”. Indeed the protagonists of the painter’s works are farmers, the countryside, the seasons, all images that express the artistic distinction of his early period. The exhibit “moved me”, enthused the mayor of Cento, “and I extend an invitation to visit our region: seeing the scenery represented here firsthand, one’s emotional reaction is stronger.”

    At the end of the presentation, between one glass of prosecco and another, while attendees continued to take in the surrounding tableaux, we interviewed Tourism Councilor Miriam D’Andrea who shared some insight into the exhibit.  

    Was it difficult to take il Guercino’s works from Bologna to New York?

    “Yes. I feel like I’ve won the Gold Medal at the Olympics. It’s the first time these paintings have been shown abroad. I think it’s fundamental for us to introduce our artistic patrimony beyond national borders, so as to reach both Italian-Americans and Americans. The Emilia-Romagna region has endorsed the initiative supported by the towns of Bologna and Cento, in collaboration with “Bolognaincoming, Hoteliers of Bologna Reunited”, and “APT Servizi srl”, a company which promotes tourism in Emilia. And the Italian Cultural Institute also played a fundamental role, as host of the exhibit.”

    Why New York?

    “Sincerely, I think New York is a wonderful place to encourage tourism to Bologna, a city which is as deserving of attention as Rome, Florence and Venice. All too often it risks being classified as a second-tier destination, when it isn’t. Those who have come here this evening have shown a lot of interest not just for il Guercino’s works, but for the entire Emilian region and its traditions.”

    So how would an invitation to Bologna read?

    “Bologna is a city rich with history. It has the world’s oldest university, founded 750 years ago, 65 free museums and it was the first city to institute the “Liber Paradisus”, the edict abolishing slavery. This is what interests visitors: our history. American tourism to Bologna is only second to tourism from Germany. I feel a very close connection to the U.S.: in Bologna we’re also home to a branch of John Hopkins University, which draws many young Americans and integrates them into our city.”

    What was the motivation behind Bologna’s undertaking of such an intensive marketing operation?

    “It was a project that left a bit of a dent in our municipal budget, but it was worth it. It allows for the exhibit to be housed here until March 2nd, and hopefully, for an increase in tourism to Bologna in the near future. In this moment of acute economic crisis, it’s difficult for Italian families to set aside weekends and travel to our region. That’s why we’re focusing on American tourism. I think it’s our winning move. Clearly the crisis is being felt here too, but Americans are lovers of everything Italian, perhaps more than we are, as they continue to choose Italy as their preferred travel destination.”

     (Traslated by Eleonora Mazzucchi)

  • Da sinistra Guido Morisi, Ass. Albergatori Bologna; Flavio Tuzet, sindaco di Cento; Francesco Maria Talo', Console Generale a NY; Renato Miracco, Direttore dell'Istituto di Cultura NY

    Guercino per la prima volta negli States

    Dopo il successo della mostra di Giorgio Morandi al Metropolitan Museum, questa volta l'attenzione è rivolta a Giovanni Francesco Barbieri, meglio conosciuto come il Guercino.

    Presenti all'evento il Direttore dell'Istituto, Renato Miracco; il Console Francesco, Maria Talò; il Direttore del'Associazione Albergatori di Bologna, Guido Morisi; il sindaco di Cento, città del Guercino, Flavio Tuzet,  l'Assessore al Turismo del Comune di Bologna, Miriam D'Andrea e Mons. Celestino. Migliore, Nunzio Apostolico Osservatore Permanente alle Nazioni Unite.
     
    Percorrendo le sale dell'esposizione si sente nell'aria la curiosità degli spettatori newyorkesi. Numerosi gli appassionati che a lungo si soffermano su ogni tela, chiedendo informazioni ai curatori della mostra. L'esposizione è un regalo che la città di Bologna ha voluto fare a New York per promuovere un artista ancora poco noto in ambito internazionale. Questo tributo inizia proprio nel

    giorno della nascita del pittore, il 2 Febbraio 1591. Dice Renato Miracco "il Guercino ha saputo rappresentare una corrente alternativa al Barocco, tracciando un orientamento tipicamente emiliano caratterizzato da un'esaltazione delle cose semplici". Protagonisti delle 28 opere esposte, infatti, sono i lavori campestri, la campagna e le stagioni. Tutte immagini che esprimono pienamente l'avventura artistica del primo periodo del Guercino. La mostra "è riuscita ad emozionarmi", esclama il sindaco di Cento, "rivolgo un invito a venire nella nostra terra: vedendo dal vivo gli scenari rappresentati nei quadri, le emozioni si moltiplicano". 
    Al termine della presentazione, tra un bicchiere di prosecco e l'altro, mentre gli invitati continuavano a godere della mostra abbiamo intervistato l'Assessore al Turismo Miriam D'Andrea che ci ha raccontao alcuni retroscena della mostra.
     
    E' stato difficile portare le tele del Guercino da Bologna a New York?
     "Si. Mi sembra di aver vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi. E' la prima volta che queste opere sono esposte all'estero. Trovo fondamentale far conoscere il nostro patrimonio artistico al di fuori dei confini nazionali, cosicchè possano goderne sia gli italo-americani che gli americani stessi. La regione Emilia-Romagna ha promosso l'iniziativa appoggiata dai comuni di Bologna e Cento, in collaborazione con "Bolognaincoming, Albergatori di Bologna Riuniti", e "APT Servizi srl", azienda di servizi che promuove il turismo emiliano. L'Istituto Italiano di Cultura ha inoltre avuto un ruolo fondamentale perchè ha appoggiato l'iniziativa ospitando la mostra. 
     
    Perchè è stata scelta come meta la città di New York?
    "Devo essere sincera: credo che New York sia un'ottima vetrina per esaltare il turismo bolognese che merita pari importanza rispetto alle città di Roma, Firenze e Venezia. Troppo spesso rischia di essere classificato come turismo secondario e non lo è. Tutta la gente che è intervenuta stasera evidenzia un interesse non solo per il Guercino, ma per l'intera regione emiliana e per le sue tradizioni."  
     
    Inviti con po visitare Bologna..
    "Bologna, 'a Dotta', è una città ricca di storia. Ha l'Università più antica del mondo fondata 750 anni fa, 65 musei gratuiti ed è stata la prima città ad istituire il "Liber Paradisus", editto che aboliva la schiavitù. Questo è quello che interessa ai visitatori: la nostra storia. Il turismo americano a Bologna è secondo solo a quello tedesco. Sento molto forte il legame con gli States: a Bologna abbiamo anche l'Università Americana Johns Hopkins che raccoglie molti giovani americani e li inserisce nel nostro territorio."
     
     
    Quale è la motivazione per cui il Comune di Bologna ha deciso di affrontare un'operazione di marketing così impegnativa?
    "E' stata una spesa che ha inciso sul budget bolognese, ma ne è valsa la pena. Ha permesso l'allestimento della mostra fino al 2 Marzo e la promozione turistica che ci auguriamo possa fruttare nel prossimo futuro. In questo momento di grave crisi economica per le famiglie italiane è difficile ritagliarsi weekend per una vacanza nella nostra regione. Ecco perchè puntiamo sul turismo statunitense. Credo sia la mossa vincente. Anche qui si sta avvertendo la crisi, ma gli americani sono i veri amanti dell'italianità, forse più di noi continuando a scegliere il nostro Paese come meta preferita da visitare."