Attrice eclettica e versatile, Milena Vukotic, classe 1935, è tra le più apprezzate protagoniste italiane del cinema, teatro e televisione. Il debutto sul grande schermo è avvenuto nel 1960 ne Il Sicario di Damiano Damiani. Ha lavorato in oltre 120 film con maestri quali Monicelli, Fellini, Lina Wertmüller, Lattuada, Lizzani, Dino Risi, Bertolucci, Tarkovskij, Oshima, Buñuel, e nella celebre serie dei Fantozzi accanto all’indimenticabile Paolo Villaggio. Nella sua lunga carriera ha reso unico ogni personaggio da lei interpretato. In teatro ha lavorato con nomi come Strehler, Zeffirelli, Enriquez, Paolo Poli, ricevendo nel 2002 il Premio Eleonora Duse e nel 2014 il Premio Flaiano alla carriera. Sempre in teatro celebri le sue interpretazioni in Lasciami andare madre di Lina Wertmüller, Regina madre con Antonello Avallone e Sorelle Materassi di Geppy Gleijeses. Un altro premio al suo talento si aggiunge così ai numerosi che ha conquistato negli anni.
Milena Vukotic ha ricevuto il Premio Speciale Sangemini alla Carriera alla XI edizione di Ortigia Film Festival della città di Siracusa.
Ha lavorato con l’istrionico Federico Fellini, una figura fondamentale per lei da quando vide a Parigi per la prima volta La strada.
Studiavo danza e teatro a Parigi quando un giorno mi sono imbattuta nella visione de La Strada di Fellini ed è stato in quel momento che è stattata la scintilla per il cinema. In quel periodo ero alla ricerca di nuovi stimoli. Quel film è stato un segno del destino. E così mollai tutto e sono ritornata a Roma con l'unico desiderio di incontrarlo. A quei tempi mai avrei immaginato che Fellini avrebbe fatto per sempre parte della mia vita.
Ci racconta il primo incontro?
A Roma ho fatto i primi passi in Tv con Gian Burrasca di Lina Wertmuller. All'appuntamento con Fellini avevo con me una lettera di presentazione che è rimasta in tasca perchè lui mi mise subito a mio agio. E poi anche il mio primo ruolo in un suo film: "Giulietta degli Spiriti" del 1967.
Che rapporto siete riusciti a costruire nel tempo?
Fellini è riuscito a far emergere parti di me che neppure conoscevo. Ed anche per questo è nato un legame autentico. Con lui e con Giulietta Masina. Ad unirci non era solamente la collaborazione artistica ma soprattutto un'amicizia profonda che ha segnato la mia vita. Nutrivo una ammirazione enorme per lui. Un giorno sono andata sul set di Ginger e Fred e sono rimasta incantata dalla magia della sua direzione. Federico era molto allegro e spiritoso. Si rideva molto con lui. I nostri incontri erano sempre una grande festa.
Tra i registi americani vede un suo erede?
No. Finora non immagino nessuno con quel talento e quella capacità visionaria di interpretare la realtà. Fellini è stato unico e tale rimane nella storia dell’arte. Le emozioni che mi ha dato sono indescrivibili. Ogni volta che rivedo i suoi film ritrovo il genio del cinema mondiale. I suoi capolavori hanno influenzato intere generazioni di registi, e negli Stati Uniti sono ancora molti coloro che traggono ispirazione dal suo film più iconico, La Dolce Vita.
Se lei fosse stata un’attrice americana da chi avrebbe voluto essere diretta?
Da Woody Allen, in assoluto. Come Fellini, è unico e inimitabile. Sono stati entrambi perconaggi controversi ma capaci di avere uno sguardo lucidissimo sulla realtà e di una scrittura dissacrante.
Come è cambiato il cinema contemporaneo?
C’è tanto talento in Italia ma le difficoltà economiche, sociali e un governo diviso ed incapace di sostenere l’arte cinematografica, impediscono a una risorsa come il cinema italiano di diventare un volano dell'economia. Non è un periodo storico facile per l'Italia, anzi penso che sia tra i più disastrosi, ma l'innato senso per l'arte che ha segnato la nostra cultura per millenni aiuterà questo nostro Bel Paese a ritornare ai fasti del passato.
Il cinema è stato attraversato negli ultimi due anni da tanti scandali. Da quello più eclatante, è nato il movimento MeToo. Che ne pensa?
Gli scandali hanno fatto la storia del cinema. Situazioni come quelle denunciate dal movimento sono sempre esistite e continuano ad accadere. Ma è un bene che oggi se ne parli e che certi fatti siano venuti a galla. Eppure non sono convinta che cambierà molto negli equilibri di forza tra produttori, registi e atttrici. Anche sul fronte della parità salariale, che negli Stati Uniti è argomento di scontro tra colleghi uomini e donne, c'è ancora molto da fare ma voglio essere ottimista e augurarmi che a breve arriveranno le prime conquiste.
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