Incontriamo Gianfranco Norelli nella biblioteca del J.D. Calandra Italian American Institute. Circondati da libri che sembrano osservarci con gli occhi dei loro capitoli.
Comincia una lunga conversazione su quell'America italiana che ancora anche non molti italo-americani conoscono. Ci racconta il suo grande progetto legato al documentario che ha prodotto, scritto e girato: Pane Amaro.
E con lui le pagine di storia del secolo scorso parlano al presente.
Organizzati per argomenti vi presentiamo i punti salienti della nostra conversazione-intervista. Un anticipo, prima di andare a vedere la versione per gli Stati Uniti del film al Center for the Performing Arts [2]del LaGuardia Community College al Queens.
VIAGGIANDO IN ITALIA
“In Italia con mia moglie, che è cittadina americana ma di origine indiana, avevamo notato delle reazioni a dir poco sconcertanti. Più di una volta abbiamo assistito ad episodi di diffidenza, discriminazione e addirittura razzismo nei confronti degli immigrati…” Comincia così Gianfranco Norelli a raccontare cosa lo ha portato a realizzare il suo documentario “Pane Amaro”.
“Ero sorpreso. L’Italia dove ero cresciuto non la ricordavo così. Vivo negli USA da trent’anni, ma sono sempre tornato per brevi periodi. Da qualche tempo c’è qualcosa di nuovo. Atteggiamenti inattesi, offensivi verso gli immigrati. Anche a livello istituzionale, per esempio da parte di alcuni sindaci del Nord Italia. Si avverte poca dimestichezza con il concetto di multiculturalità e diversità.”
UN DOCUMENTARIO PER GLI ITALIANI
E così che, insieme a sua moglie Suma, Norelli decide di realizzare un documentario per far conoscere la difficile esperienza degli italiani in America. Nasce un’opera unica sotto diversi punti di vista. Di grande respiro.
Giornalista e regista ha realizzato nel corso della sua carriera lavori importanti. Tra i tanti ricordiamo il film-documentario con Fabrizio Laurenti, “Il segreto di Mussolini”. La storia,
drammatica e poco conosciuta, di Ida Dalser che ha ispirato il più recente “Vincere” di Marco Bellocchio.
IMMIGRAZIONE E AMNESIA
Suma Kurien Norelli si occupa di immigrazione da oltre vent’anni. Dirige professionale al LaGuardia Community College della CUNY. . Attenta studiosa dei problemi relativi all’assimilazione di immigrati, conosce bene soprattutto la realtà newyorkese.
Suo marito ci racconta: “Suma ha notato in Italia impreparazione da parte degli operatori culturali nel trattare la "questione immigrazione". Manca un’ottica universale. ‘Pane Amaro’ è nato per informare di più gli italiani su pagine di storia che hanno dimenticato, che molto spesso non sono sui libri …”
Si tratta di un’amnesia causata da un profondo gap tra italiani ed italo-americani: “C’è stata un’interruzione dei contatti. Gli italiani in America hanno perso l’opportunità di ricordare e esaminare la propria storia qui, ma anche di seguire l’evoluzione della società italiana negli anni.”
UN DOCUMENTARIO PER GLI ITALO-AMERICANI E GLI AMERICANI
‘Pane Amaro’ è stato inizialmente creato per la televisione italiana, ma i coniugi Norelli presto si sono accorti che dovevano realizzare una versione anche per l’audience italo-americana.
“Molte di queste storie non erano conosciute neanche negli Stati Uniti. Lo abbiamo mostrato in varie occasioni a
audience italo-americane. Pochissimi sapevano per esempio dei linciaggi a italiani, del fatto che erano considerati un popolo di mezzo, né nero né bianco. Che immigrati, sempre italiani, erano inizialmente reclutati per sostituire gli schiavi neri nelle piantagioni del sud ….”
E come sono stati scelti gli argomenti da affrontare?
“Con mia moglie abbiamo fatto una lista dei temi e abbiamo scartato tutti quelli che erano stati già affrontati da altri film. Volevamo pagine poco note o non conosciute affatto. Volevamo anche rielaborare certi temi. E abbiamo così raccontato per esempio l’impegno sindacale, il ruolo delle donne, l’esistenza di una cultura, di una elaborazione intellettuale da parte di immigrati che non era stata riconosciuta dalla storia ufficiale.”
VALORE UNIVERSALE DELL’ESPERIENZA ITALO-AMERICANA
L’esperienza italo-americana viene raccontata da Norelli in maniera sorprendentemente non oleografica, celebrativa o autoreferenziale. Il film scava, fotografa una realtà e lo fa senza pietà, lontano da ogni retorica. “Uno degli obiettivi - racconta Norelli - era di far vedere attraverso alcune storie concrete come questa esperienza abbia valore universale. Può essere applicata anche ad altre comunità che sono state discriminate, che hanno difficoltà di integrazione e pagato un prezzo carissimo per assimilarsi, come la perdita della cultura, della lingua, del contatto con il paese di origine.”
“Pane Amaro” ha partecipato anche al Festival di Bangalore in India. “Noi qui a Bangalore – hanno detto nel corso della rassegna - abbiamo un costante flusso di immigrati da altre regioni più povere perchè siamo una capitale dell’informatica. Siamo inondati di questi immigrati poveri che stanno mettendo sotto stress la nostra società…. ”
UN FILM DIFFICILE
‘Pane Amaro’ fino a soli pochi anni fa sarebbe stato considerato difficile per i temi che affronta. Oggi il film, sostenuto anche dalla NIAF [3], dimostra un modo di guardare diverso.
“Credo che tutto il dibattito si sia evoluto. – ci dice Norelli - C'è un atteggiamento nuovo. Meno difensivo. Defensive, nel senso di aver paura di essere accusati di qualcosa. Tutto questo è dovuto anche all’evolversi del fenomeno migratorio in America e nel mondo. Il dibattito ormai si è allargato.”
Parlare con Norelli di questo film è come parlare di una creatura delicata. Fragile. Cresciuta piano piano, grazie a grandi attenzioni. La versione che presenta questa settimana al LaGuardia Community College della Cuny è il frutto di intenso lavoro.
“All’inizio abbiamo provato solo a tradurlo e mostrarlo qui per vedere le reazioni degli italo-americani. Abbiamo capito che andava ricalibrato e ritrasformato, adattato. La narrazione è stata ricreata, togliendo ciò che per gli americani era ovvio.
E’ nato un testo più specifico, più chiaro. Per esempio sui rapporti fra il fascismo e gli italo-americani, o l’assimilazione come processo di perdita delle identità, della lingua.”
UN FILM PER I GIOVANI
“Abbiamo dovuto organizzare anche una struttura narrativa più lineare e più facile per usarlo come strumento educativo. E’ diviso in nove capitoli e le informazioni sono organizzate in temi. Così un insegnante può scegliere di parlare per esempio degli stereotipi e trovarli tutti raccolti. Poi è cambiato anche il ritmo, abbiamo
accelerato molte delle sequenze mettendo più musica. Questo per renderlo engaging per un audience anche di giovani.”
I LINCIAGGI E GLI STEREOTIPI
Norelli racconta in sintesi i temi affrontati: “Si comincia con la storia dei linciaggi partendo da New Orleans, esempio più importante della differenza, della discriminazione e del razzismo.
Affrontiamo il tema degli stereotipi negativi che ancora incidono sulla vita degli italo-americana. Quella propaganda che li dipingeva come mafiosi, ignoranti…”
EAST HARLEM
“Poi parliamo della creazione della Little Italy. Non usiamo come punto di riferimento quella più comune di Mulberry Street, ma quella di East Harlem. Negli anni '30 era diventata la più grande. Oltre 90.000 persone. Ha espresso leader politici come Fiorello La Guardia e Vito Marcantonio, che, a differenza del primo, pochi conoscono. E’ stato la voce, non solamente degli immigrati italiani, ma in generale della working class americana etnica.
In quell’epoca non c’erano molti rappresentanti per gli african-americans o per i latinos e lui ne divenne un po’ la voce. Fu rieletto sette volte e quindi per un periodo lungo fu in grado di presentare progetti di legge in difesa dei gruppi più poveri, più deboli. Creò un’alleanza di gruppi etnici diversi insieme con la white-american progressives che non è mai più esistita e che forse c’è solo adesso, in condizioni completamente diverse, soltanto con la vittoria di Obama si può intravedere.”
L’AMERICANIZZAZIONE
“Affrontiamo poi il processo di americanizzazione, del prezzo che hanno pagato gli italiani per l’integrazione e quindi la perdita della lingua, la perdita dei contatti con l’Italia, della cultura anche regionale”
E si parla delle settlement houses. Un fenomeno molto importante.
“Erano gruppi di volontarie che fornivano aiuto per la lingua, di lavoro, di contatti. Per l’inserimento sociale degli immigrati. Erano soprattutto donne. Una specie di missionarie che rinunciavano alla vita comoda della loro classe sociale e andavano a lavorare dalla mattina alla sera nei quartieri poveri. Abbiamo scelto la Harlem House dove gli immigrati italiani hanno beneficiato di servizi.
In molti casi si trattava solamente di una scodella di minestra. Non c’era abbastanza da mangiare in molte famiglie immigrate. E’ questa povertà, questa disperazione che li ha portati ad organizzarsi in sindacati.”
E come hanno aiutato queste assitenti sociali il processo di americanizzazione?
“Andavano nelle case degli immigrati. Insistevano che dovevano trasformare usi e costumi per diventare americani. Per esempio non mangiare più le cose tradizionali, usare il burro al posto dell’olio d’oliva. Sono curiosi i particolari che danno il senso del cambiamento, ma l’elemento importante era che nelle scuole non solo dovevano imparare l’inglese: non potevano parlare italiano. Neanche una parola in italiano. Persone anziane mi hanno raccontato di avere una memoria chiarissima del principal della scuola che ordinava agli insegnanti di lavargli la bocca col sapone appena dicevano una parola in italiano.”
L’ESPERIENZA ANARCHICA
Importante nel film il racconto dell’esperienza politica, sindacale e anarchica degli italiani. Nel film si tenta un riesame di alcuni momenti ancora difficili da raccontare.
“Sì, il film non solo parla di pagine della storia che molti non conoscono, ma prende alcune pagine già conosciute e le riorganizza in una maniera diversa.
E’ importante mostrare per esempio che gli italiani qui, spesso considerati in blocco una forza conservatrice, hanno avuto per molti anni una tradizione di militanza politica progressista, di sinistra e operaista. Ci sono stati oltre cento giornali scritti dagli italiani di sinistra.
Questa dimensione culturale e intellettuale progressista è stata ignorata dalla cultura dominante. A dire il vero non solo era progressista, ma era a volte addirittura rivoluzionaria. Come nel caso degli anarchici. Per questo è stata stigmatizzata.”
Una storia con dei momenti delicati da raccontare.
“Gaetano Bresci, nel 1900 partì per uccidere il Re, Umberto I di Savoia. Era un operaio tessile di Paterson dove si è svolta una pagina importante della storia sindacale americana. Anche molto dura. Erano circa 25.000 operai del tessile, molti venivano dal Nord Italia, dove esisteva una profonda tradizione anarchica, come Biella.
Un altro caso chiarissimo di cancellazione è legato all’attentato di Wall Street. Non
esiste sul posto una targa, eppure sono stati uccisi quaranta innocenti nel 1920. Sono rimasti soli i buchi nel muro della Morgan Bank. Ma non c’è scritto niente.”
L’ESTREMISMO
“Con l’analisi di questo attentato abbiamo voluto aprire una finestra sul fatto che c’erano anche degli estremisti. Sacco e Vanzetti facevano parte del gruppo dei Galleanisti ma non parteciparono a questo attentato poiche’ erano gia’ in carcere, accusati di omicidio e rapina. E anche per quell’accusa le prove non erano convincenti. Comunque e’ importante ricordare che Sacco e Vanzetti erano militanti e credevano che in certi casi la violenza fosse necessaria. Pare che la bomba a Wall Street sia stata messa da Mario Buda, un altro Galleanista che agi’ da solo."
EMIGRAZIONE DEL PASSATO E DEL PRESENTE
Il film di Norelli invita a prendere coscienza. A riflettere su quanto sta accadendo in Italia ma anche in America. Su impressionanti similitudini tra la propaganda anti-italiana di allora e quella di certi giornali anti-immigrati di oggi in Italia.
“Oggi occorre fare il parallelo con quello che succede. Vedere che ci sono dei
politici italo-americani molto critici contro gli immigrati. Tancredo è uno di questi. Per fortuna non vuol dire che tutti gli italo-americani la pensino così. E riflettere sul fatto che certi giornali italiani pubblichino immagini denigratorie nei confronti degli immigrati non dissimili da quelle che rappresentavano gli italiani tanti anni fa qui…”
IL MONDO POLITICO AMERICANO
Altro tema è quello dell’influenza italiana nel mondo politico americano. Nel documentario troviamo un Fiorello La Guardia progressista che sposava il New Deal di Roosvelt. E Vito Marcantonio era ancora più a sinistra ovviamente. Uno slogan della sua campagna elettorale diceva: ‘Dobbiamo riprenderci il governo dalle mani di Wall Street’. Un tema molto attuale.
Ricordiamo anche Leonardo Covello. Meno conosciuto. Si tratta del primo educatore italo-americano. Un personaggio di grande livello, che ha anticipato i tempi con la sua coscienza multiculturale e con le sue idea di integrazione.”
LE DONNE E IL TRIANGLE FACTORY
Importante, nel film, anche il contributo delle donne italo-americane…
“Parliamo dell’incendio al Triangle Factory. E’ ufficialmente noto come un episodio in cui la maggioranza delle operaie che morirono erano ebree dell’Europa orientale. Ma questo è vero fino al 60%. Il 40% erano italiane, del meridione. Ho parlato con diversi storici che mostrano grande sorpresa: 'ma come, c’erano delle italiane?' E non solo in questo capitolo le donne italiane sono state importanti. Sono state spessissimo grandi sindacaliste. Un pò una reinterpretazione anche del ruolo delle donne e di come fosse importante”
LA RELIGIONE
Per parlare dell’importanza della religione come elemento di coesione e di autodifesa della comunità, Norelli prende come punto di riferimento la Chiesa di Harlem. Anche in questo caso si intuisce la vastità di un tema che andrebbe approfondito molto più a fondo. Il rapporto con gli irlandesi prima di tutto. Questi discriminavano gli italiani: “Consideravano la fede degli italiani quasi pagana, meno rigorosa. Gli italiani erano costretti a celebrare le messe negli scantinati. Basti ricordare che nonostante la chiesa di Harlem sia stata interamente costruita da italiani per 40 anni ha avuto parroci irlandesi e tedeschi. Non un italiano.”
ENEMY ALIENS
Un’altra storia di cui si sa poco: “Affrontiamo anche il tema dell’internamento degli Enemy Aliens italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. Va detto che anche per coloro che non vennero deportati la vita era difficile, dato il marchio infamante di enemy alien.” Ed in questo brutto momento della storia Americana cresce ancora di più l’abbandono della lingua italiana. Non si doveva parlar come il nemico!
Norelli accenna anche al rapporto con il fascismo. “Mussolini pensava che gli italiani all’estero potessero essere un elemento di forza del regime. Ed il rapporto degli italo-americani con il fascismo ha procurato dei grandi fraintendimenti. Dobbiamo tener presente invece che la percezione che un italo-americano poteva avere qui del fenomeno del fascismo era molto falsata dalla distanza. “
‘Pane Amaro’ verrà distribuito nei college e nelle high school americane grazie al Ministero degli Affari Esteri che ha deciso di appoggiare questo progetto.
Gianfranco Norelli: “Certo è importante trovare una trasmissione televisiva. Ma devo anche dire che oggi si possono veicolare contenuti anche senza andare in televisione. Per esempio, on line, con una serie di screenings che preludono alla distribuzione nelle scuole si può fare anche di più. Vorrei poi cercare soprattutto di far parlare le persone, diverse generazioni. Questo è l’obiettivo. Il film si trova pur su Amazon”
E noi speriamo che una grande distribuzione negli USA possa riportare il film di nuovo anche in Italia. Dove andrebbe risottoposto all’attenzione e non solo del pubblico televisivo.
Sì, perché ‘Pane Amaro’, realizzato per la televisione due anni fa, è andato in onda in una fascia oraria non certo adatta ai giovani: 11.00 di sera.
Questo dimostra che c’è ancora molta strada da fare per superare il gap italiani/italo-americani e per far tesoro dell’esperienza italiana all’estero. Non basta che molti giornali italiani abbiano allora gridato allo scandalo per un film utile come ‘Pane Amaro’ ma nascosto nel palinsesto.
Pane Amaro verrà proiettato giovedì 11 giugno alle 7:00 p.m. nell’auditorium del Center for the Performing Arts [2]de LaGuardia Community College al Queens. Parteciperà il Console d’Italia Francesco Maria Talò. La serata verrà introdotta dal Prof. Anthony J. Tamburri, Dean del Calandra Italian American Istitute del Queens College-Cuny
La proiezione, che è gratuita, è organizzata dal Consolato Generale d’Italia a New York e dall’Istituto Italiano di cultura. Tutti gli italiani hanno una storia di discriminazione accademica. Ci sono molte rappresentanze della cultura italiana qui a New York, il La- Guardia Community College, il John D. Calandra Italian American Institute-CUNY, la United Pugliesi Federation of the Metropolitan Area e l’Associazione Culturale Italiana di New York.
Bitter Bread è una nuova versione inglese appena realizzata con l’appoggio del Ministero degli Affari Esteri e della NIAF – National Italian American Foundation per essere distribuita alle università e alle scuole del Nord America nonché nel mercato homevideo.
Didascalie "Pane Amaro in immagini":
Foto 1: Vito Marcantonio alla guida di uno sciopero. LaGuardia deve la sua vittoria elettorale alle capacità organizzative ed oratorie di un giovane dell'Harlem italiana: Vito Marcantonio. Figlio di un carpentiere, Vito è un protetto di Leonardo Covello. Inizia la sua carriera politica organizzando corsi di cittadinanza dedicati ad italo-americani, concepiti come il primo passo per guadagnare diritto di voto e potere politico. Quando La Guardia diventò sindaco, Marcantonio gli succede al Congresso, dove rimane per molto tempo. Viene rieletto sette volte, rimanendo in carica per 14 anni. Diventa il primo leader politico capace di organizzare una coalizione tra americani, neri e portoricani che combatta per cause progressiste. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Marcantonio diventa un obiettivo della politica anti-comunista della "caccia alle streghe", e viene sottoposto a investigazioni da parte dell'FBI. I suoi avversari politici riescono a sconfiggerlo cambiando i confini del suo distretto elettorale, e incorporandovi numerosi elettori non italo-americani.... Nel 1954 Marcantonio muore di infarto per strada mentre sta tornando a casa dopo essersi candidato di nuovo al Congresso.
Foto 2: 39 immigranti italiani vengono linciati negli Stati Uniti tra il 1886 ed il 1916. Questa fotografia, fatta nel Settembre 1910, mostra il linciaggio di due italiani a Tampa, in Florida. Il giorno dopo compare su centinaia di cartoline. Il più grande linciaggio della storia degli Stati Uniti avviene a New Orleans e causa la morte di 11 immigranti italiani
Foto 3: Foto di Angeline Orsini, italoamericana internata per 6 settimane nel 1942 a seguito dell' Enemy Alien Act perche' aveva una radio a onde corte. Dalla nuova narrazione inglese del film: "Quando gli Stati Uniti entrano in guerra contro l'Italia, Germania e Giappone, immigranti di questi Paesi che non sono ancora diventati cittadini americani vengono dichiarati 'alieni nemici'. Tra questi, gli Italiani sono in numero maggiore: quasi 600,000. Secondo la nuova legge, i cosiddetti 'alieni nemici' devono portare con sè carte di identità speciali e sono soggetti a coprifuoco. Non hanno il permesso di possedere radio a onde corte, armi da fuoco, macchine fotografiche o altri oggetti che potrebbero aiutare il nemico. La famiglia di Angeline Orsini possiede un supermercato in una piccola città nel Delaware. Possiedono anche una radio a onde corte. Angeline e suo padre vengono arrestati dall'FBI e imprigionati in un campo di internamento nel New Jersey per sei settimane, dato che dopo molti anni negli USA non avevano ottenuto la cittadinanza. Sono tra i 2,500 italo-americani internati durante la guerra, alcuni per quasi tre mesi. Gli 'alieni nemici' di origine giapponese ricevono un trattamento più duro: anche se molti di loro sono cittadini americani, in 120,000 vengono internati durante l'intera durata della guerra."
Foto 4. Foto del giornale "Il Lavoratore della seta" anno 1917. Giornale dei lavoratori dell'industria della seta di Paterson, New Jersey , la maggiore degli USA. Uno dei quasi 100 giornali in lingua italiana pubblicati dagli immigrati italiani negli USA.
Source URL: http://ftp.iitaly.org/magazine/article/pane-gli-stati-uniti-incontro-con-gianfranco-norelli
Links
[1] http://ftp.iitaly.org/files/norelli-e-moglie21244467289jpg
[2] http://www.lagcc.cuny.edu/lpac
[3] http://www.niaf.org